“Siamo davvero orgogliosi di aver presentato anche in Italia, partendo dalla provincia di Salerno, una tecnica innovativa che rappresenta una vera e propria rivoluzione nel trattamento delle varici degli arti inferiori. Con queste parole il dott. Maurizio Pagano, presidente della SIFL (Società Italiana di FleboLinfologia), ha concluso ieri i lavori della decima edizione del Congresso nazionale sulle patologie vascolari, tenutosi nella sala congressi del Lloyds baia hotel, a Vietri sul mare (Sa). Una due giorni di riflessioni, discussioni ed approfondimenti sugli aspetti clinici, diagnostici e terapeutici delle più note patologie venose e linfatiche, che ha fatto registrare la partecipazioni di esperti relatori provenienti da ogni parte dItalia e anche dallestero.
Tra gli intervenuti, il prof. Paolo Tondi, ordinario di Angiologia presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma e, direttamente da Nizza, il dott. Paul Pittaluga, chirurgo vascolare francese, che ha relazionato sulla metodica ASVAL.
Ha destato particolare interesse, nella seconda parte della prima giornata dellevento, la relazione del dott. Maurizio Pagano, intervenuto nella sua duplice veste di presidente della SIFL e dirigente medico nonché responsabile dellambulatorio di Flebo-Linfologia e Prevenzione e Cura del linfedema oncologico presso lunità operativa di Chirurgia Generale ed Oncologica dellospedale di Pagani. E stato proprio il dottor Pagano ad illustrare la nuova tecnica per il trattamento delle varici degli arti inferiori, denominata SEST (Scleroterapia della safena esclusa), che rappresenta una valida alternativa alla chirurgia tradizionale perché consente di eseguire anche gli interventi più complessi in anestesia locale, garantendo la massima efficacia e, soprattutto, minori rischi per il paziente.
Con tale tecnica, che ho presentato negli Stati Uniti agli inizi di novembre ha spiegato il presidente della SIFL e promotore dellevento Maurizio Pagano abbiamo la possibilità di trattare le varici degli arti inferiori senza ricorrere ai tradizionali interventi chirurgici, che prevedono la presenza dellanestesista in sala operatoria. Si tratta di una vera e propria rivoluzione. Il paziente non avrà, quindi, bisogno né di essere sottoposto ad anestesia generale o spinale né di trattenersi in ospedale per il decorso post operatorio. Con poche gocce di anestetico locale sarà possibile intervenire anche per i casi più complessi. Ovviamente tale tecnica può essere utilizzata solo per casi specifici, in presenza di un quadro anatomico ed emodinamico avanzato.
Grande attenzione è stata, inoltre, riservata alla prevenzione del linfedema oncologico, effetto collaterale che può comparire dopo un intervento chirurgico oncologico o dopo la radioterapia. Lapprofondimento degli argomenti proposti è stato affidato ai componenti del gruppo di lavoro (dott. Maurizio Pagano, dott.ssa Monica Gambacorta e dott.ssa Antonietta Fabbrocini) istituito presso lospedale Andrea Tortora di Pagani per la prevenzione del linfedema post mastectomia. Tale team multidisciplinare è impegnato, tra laltro, in un programma di prevenzione del linfedema dellarto superiore post mastectomia lanciato agli inizi di settembre dal presidio sanitario di Pagani, che prevede visite specialistiche gratuite una volta al mese (lultimo giovedì, dalle ore 15 alle ore 19, al primo piano, presso lambulatorio di Patologie vascolari e Diagnostica vascolare).
“La più grande soddisfazione ha aggiunto il dott. Pagano è constatare che ogni anno emergono nuovi interessanti spunti dal confronto di esperienze e competenze diverse. Lobiettivo è iniziare a trovare un percorso comune per rendere le linee guida, già condivisibili in larga parte, più precise e particolareggiate.