E adesso su quanto avvenuto prima e dopo Salernitana – Nocerina si stanno spegnendo i riflettori. Era normale che sarebbe andata così. Ma ormai il danno è fatto. Per tutti o quasi, a livello nazionale, Nocera Inferiore sarà marchiata per sempre come città violenta e l’agro, più in generale, come una terra dove la criminalità imperversa e mette le mani nel sociale, perfino nello sport, nel calcio.

La caccia al mostro dei media nazionali era prevedibile, c’era da immaginarselo, la vicenda ha ingolosito tutti, e tutti ne hanno parlato, anche le scosciate vallettine ospiti di trasmissioni che neanche sapevano di che cosa si stesse discutendo. Come si dice, l’occhio vuole la sua parte, ma prima di aprire bocca bisognerebbe connettere il cervello.

 

Ma se era scontata la corsa alla criminalizzazione di un intero territorio da parte di molti, la storia di Salernitana – Nocerina deve farci capire come molte cose nelle nostre zone non funzionano. Diciamocelo chiaramente, facciamo troppe chiacchiere ma a queste non fanno quasi mai seguito i fatti, servirebbero interventi mirati, nelle scuole soprattutto.

 

Il problema è culturale, siamo sempre più uno contro l’altro, perché al di là delle radicate idee campanilistiche tramandate di generazione in generazione, non siamo riusciti a fare quello scatto deciso in avanti rispetto all’accettazione della sconfitta, rispetto alla consapevolezza di non trascendere negli atteggiamenti. E più il tempo passa e più questi argomenti sembrano insormontabili.

 

Ed ora? Le conseguenze sono prevedibili. La Nocerina, Nocera Inferiore, i Nocerini, saranno ricordati d’ora in avanti come quelli della partita non giocata, come quelli che si fermano davanti alle intimidazioni, come quelli che vivono dentro a un territorio martoriato. Vaglielo a dire che non si può fare di tutta l’erba un fascio. Che non è proprio così.

 

Ripercussioni ci saranno soprattutto su quelle persone, la stragrande maggioranza, di questa fetta di terra, che abbandoneranno lo stadio, che diranno “ma che ci vado a fare” oppure “chi me lo fa fare?”. Tutti si aspettano un disamoramento, la speranza invece è che ci sia uno scatto d’orgoglio, una forza e prova di reazione agli schiaffi presi in questi giorni.

 

Sotto l’aspetto sportivo, ciò che ha anticipato il Giudice Marino non lascia adito a dubbi. La palla passa alla Procura Federale, al palazzo, a Palazzi, ma l’indicazione di responsabilità diretta e di possibile sussistenza di illecito fa tremare i polsi. La Nocerina sarà punita e severamente. L’impressione, soggettiva naturalmente, è che chi sta gestendo la vicenda voglia dare una lezione. Un altro schiaffo, quello più pesante.

 

Giuseppe Della Morte

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