Il Consorzio di Bonifica Integrale del Comprensorio del Sarno ha avviato, già da qualche tempo, numerose azioni volte ad appianare la situazione economico debitoria dell’Ente. Negli ultimi mesi, sono divenute ancora più complesse le modalità e le possibilità di far fronte anche all’ordinaria gestione, ma allo stesso tempo, attraverso una continuità amministrativa della gestione commissariale, si lavora per garantire gli attuali posti di lavoro e la sopravvivenza stessa dell’Ente consortile.
“Abbiamo fatto una operazione di verità e di trasparenza con l’approvazione dell’ultimo bilancio – ha dichiarato il commissario del Consorzio del Sarno, Mario Rosario D’Angelo. Purtroppo, all’atto del mio insediamento, con i bilanci fermi al 2013, non si era neanche a conoscenza di quello che oggi appare, ossia la reale entità del deficit del Consorzio. Da subito, si è posto in essere una serie di azioni: recuperare i crediti vantati nei confronti di soggetti terzi, sia essi pubblici che privati e avviare contenziosi giudiziari, con transazioni che hanno condotto sia al riconoscimento di crediti a favore del Consorzio, sia al risparmio di ulteriori costi. Pronte anche le ingiunzioni relative ai ruoli pregressi (2014- 2015 e 2016) al fine di recuperare una parte dell’evasione dai soggetti che non hanno mai pagato il contributo di bonifica. Con i comuni poi, si è stabilito un rapporto di collaborazione anche per usufruire del nostro ufficio di progettazione per la presentazione di piani soggetti a finanziamenti europei. La situazione economica debitoria è seria – aggiunge D’Angelo – soprattutto se si considera che incassiamo solo il 70% del ruolo, sulla scorta della Legge 4 del 2003 art.13 che pone a carico dei soggetti gestori dei servizi idrici integrati una aliquota del contributo di bonifica relativa all’allontanamento dei reflui domestici e delle acque piovane collettate dalla rete fognaria. Aliquota che non ci viene, purtroppo, riconosciuta”.
L’amministrazione commissariale, di concerto con la Regione, sta cercando di attenuare il deficit anche attraverso la modifica dell’art.13, ossia recuperare dai contribuenti consortili o dai comuni, l’aliquota del tributo dovuto per l’attività di manutenzione della piattaforma scolante, connessa all’allontanamento delle acque meteoriche raccolte nelle pubbliche fognature, o quanto meno una stipula con l’ente gestore del servizio, per il riconoscimento degli oneri relativi allo smaltimento delle acque, scaricate nelle rete delle fognature miste per mezzo di appositi dispositivi idraulici.
“Sulla situazione economica di deficit incide in maniera forte la voce di costo del personale – continua l’avvocato D’Angelo. Il nostro obiettivo certo non è quello di risolvere licenziando. Stiamo pensando di conseguire risparmi strutturali con l’accompagnamento del personale, che maturata l’età contributiva, può arrivare alla pensione attraverso gli strumenti che la legge ci mette a disposizione. Un intervento necessario affinchè l’Ente, messo nelle condizioni di utilità per la comunità, salvaguardi i posti di lavoro delle rappresentanze di lavoratori più giovani all’interno del Consorzio di Bonifica. Tutto questo sarà ragionato di concerto con le organizzazioni sindacati firmatarie del contratto collettivo dei lavoratori dei consorzi: organizzazioni sindacali pertanto riconosciute o che abbiano partecipato alla stipula dei contratti collettivi dei consorzi. Chi ritiene che i problemi del Consorzio, invece, siano derivanti dagli stipendi dei dirigenti in servizio, che contribuiscono con il loro quotidiano lavoro alle iniziative dell’amministrazione, vuol dire che non ha capito nulla delle problematiche vere che affliggono il Consorzio o della dimensione reali del problema”.