Spulciando tra le centinaia di sms e telefonate tra i vari membri del gruppo dedito alla spendita di soldi falsi, intercettate dai Carabinieri si scoprono scambi di informazioni interessanti e richiamati più volte dal giudice per le udienze preliminari, Paolo Valiante, per sottolineare la piena adesione dei singoli soggetti all’azione crminale. E’ il caso di una telefonata intercorsa, l’11 dicembre 2011, tra Rosa Misciascio e Massiliano Carusio. Lei chiama lui. E’ molto agitata e gli racconta di essere stata fermata, a Pagani,dai Carabinieri, che le hanno trovato addosso due banconote false, sequestrate. Dice,ancora, di essersi giustificata piangendo <sono madre di figli, tengo solo queste, le ho prese alla stazione di Napoli>. Si insospettiscono, per questo episodio, i due conviventi. Dalle telefonate dei giorni successivi si capise chiaramente che sospettano un’indagine dei Carabinieri. Per questo motivo Carusio raccomanda alla donna di andare a spendere i soldi falsi nella zona sud della provincia e insiste affinchè la Misciascio tenga sempre accanto al water, nel bagno di casa, un secchio pieno di acqua, così, se arrivano i Carabinieri , da potersi disfare dei soldi cintraffatti senza usare lo scarico, suscitando sospetti. Le intercettazini confermano anche il piano d’azione: ogni banconota falsa da 100 euro veniga comprata al costo di 10 euro. Poi si andava in vari negozi e si compivano acquisti per una somma solitatament intorno ai 10 euro, che qualche volta rrivava adi 20 o 30. In un caso si registra anche un furto: Rosa MIsciascio entra in un negozio di abiti di cerimonia e chiede un paio di guanti da comunione. Costo 20 euro. Presenta alla cassa la banconota da 100. La proprietaria del negozio dice di non poter cambiare. Guarda anche nel portafogli personali , dove conta 10 banconote da 100. LA Misciascio chiama dall’esterno un ragazzo, indicandolo come il figlio. Gli chiede di andare a cambiare la falsa 100 euro in qualche altro negozio e aspetta. Nel frattempo la titolare nel negozio serve un’altra cliente, e solo troppo tardi si accorhe che la Misciascio ha portato via il portafogli precdentemente tirato fuori dalla borsa. Proseguono le indagini dei Carabinieri che, anche ieri, nella conferenza stampa che si è svolta in Procura, hanno insistito sulla volontà di trovare anchela stamperia dei soldi falsi, pur nella convizione che essa si trovi certamente nel napoletano.

Michela Giordano

 

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