Taglio del nastro oggi con un nome di spessore per la stagione teatrale a cura di Airone Comunicazione all’auditorium teatro di Pagani. Inscena Pippo Franco, volto per eccellenza della comicità italiana che ha segnato un certo modo di fare satira sulla società contemporanea. Il bravo attore romano arriva a Pagani con una rivisitazione del capolavoro di Mario Monicelli “L’armata Brancaleone”. Pippo Franco ne stempera, con la giusta consapevolezza dei mezzi a disposizione e del pubblico a cui si rivolge, il clima picaresco in chiave di commedia d’avanspettacolo.
Brancaleone e la sua armata muove dal ritorno dalla Terra Santa di Brancaleone (Pippo Franco); dopo aver combattuto quella che lui definisce la sua ultima battaglia, il comandante chiede ospitalità a Colombello, chierico eremita, uomo colto ed esperto cerusico al servizio del Vescovo di Trani. Dall’incontro si sviluppa una serie di avventure e imprevisti che Brancaleone dovrà fronteggiare: solo così si renderà conto di aver vissuto metà della sua esistenza come uomo d’armi, mentre l’altra metà, quella dell’esperienza dell’amore e della visione spirituale dell’essere, gli è praticamente sconosciuta. Con l’aiuto di una serie di figure che, un po’ alla volta, formeranno la sua armata, l’eroe arriverà a una piena consapevolezza di sé, incontrando finalmente la donna della sua vita.
Lo spettacolo si snoda lungo un registro comico di efficace e di semplice lettura, alternando le vicende grottesche di Brancaleone a frizzi e lazzi di attori viandanti che cercano di sbarcare il lunario recitando le tipiche scenette adulterine popolari. Il miscuglio di registri, almeno sul versante dell’ilarità, è omogeneo. La critica dice Pippo Franco non di rado squarcia il velo della leggerezza con riflessioni sulla confusione del genere in un mondo sempre alla ricerca di esperienze spirituali appaganti. Il finale riparatore arriva lieto, eppure non quanto l’assolo del prim’attore sui vizi dell’uomo della nostra epoca, sempre più brancaleonesca e alla ricerca di un vero condottiero a guidarla”. E’ quello il tappo che fa saltare definitivamente il tappo della bottiglie delle risate più fragorose.