Era il 2 agosto del 1980, Bologna fu scossa dall’attentato terroristico che costò la vita ad 85 persone. “Sono cose che non si dimenticano, chi c’era, chi ha vissuto quegli attimi, non potrà mai dimenticare quella data”, così Vincenzo Marrazzo, paganese che in quel periodo era lì per il servizio militare. Fu tra coloro che scavarono tra le macerie, soccorsero feriti ed ha, ora, ancora impresse nella mente e scolpite nel cuore quelle tragiche scene. “Noi eravamo distanti dalla stazione – spiega – ma sentimmo un boato, molto forte. Verso le 10.45 ci giunse la notizia. Fummo inviati sul posto con maschere antigas, pale e guanti. Al nostro fianco i carabinieri”. “Il dopo strage è stato anche peggio – contionua – scavavamo con le mani perché c’erano tanti feriti. E si è andati avanti a lungo. Io mi congedai  ed ancora si continuava a scavare per trovare oggetti e beni personali”. “In particolare mi capita – dice – di pensare ad una bambina di appena otto anni di cui non fu mai ritrovato neanche il corpo. A lei vanno sempre le mie preghiere. E penso anche ad un militare che fu invece trovato morto all’ottavo binario, tutte storie impresse nel mio cuore, era lì neanche da un mese”.  2 agosto 1980, 20 agosto 2018: un tragico ricordo sempre vivo.

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