Le ipotesi di reato per le quali procede la Procura di Avellino per l’incidente sulla A16  sono di concorso in omicidio plurimo colposo e disastro colposo. Allo stato dell’indagine non si esclude alcuna pista: un malore del conducente, una rottura meccanica del mezzo  che aveva 18 anni ma era stato revisionato nel marzo scorso, un cedimento strutturale della barriera di protezione dell’autostrada, dei lavori non a norma fatti in precedenza. Anche perché, dice il procuratore Rosario Cantelmo, "dopo 20 ore è un azzardo ipotizzare responsabilità specifiche". La decisione di iscrivere comunque nel registro degli indagati 4/5 nomi tra quelli che, in qualche modo, hanno avuto un ruolo in questa vicenda è la conferma che si farà "un’indagine ad ampio spettro". Ma cosa è accaduto su quel maledetto viadotto l’altra sera? La dinamica precisa non è ancora stata ricostruita dagli investigatori della polizia stradale ma, stando al racconto di alcune fonti, il mezzo avrebbe avuto dei problemi ben prima di precipitare dalla scarpata. Un operatore di Autostrade che segnalava la presenza di un cantiere e i conseguenti rallentamenti, ha detto di aver visto il bus passare a velocità elevata e con una porta aperta o mancante a 1.100 metri dal punto di caduta. Ma non solo: a meno di 100 metri da dove era l’operatore, sono stati trovati pezzi di una trasmissione e tra, gli 800 e i 400 metri prima del punto in cui l’autobus ha rotto il guardrail, sul new jersey sono stati individuati segni di ‘strusciamento’. Dunque, secondo le fonti, "si può ritenere" che il bus abbia avuto dei problemi e che, per evitare di finire contro le auto, abbia tentato di frenare la sua corsa appoggiandosi sul guardrail, senza riuscirci. Intanto il consiglio dei ministri ha deliberato lutto nazionale per domani, giorno in cui si svolgeranno i funerali a Pozzuoli. 

foto ansa

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