Ed ora si passa alla valutazione dei nuovi documenti: concluse nel pomeriggio di ieri le perquisizioni dei Carabinieri diposte dalla Procura di Nocera Inferiore nell’ambito dell’indagine ribattezzata <Mastrolindo>. In tutto sono stati 31 gli accessi dell’Arma 16 patronati,4 studi professionali di consulenza e commercialisti, 10 ditte e un funzionario della sede Inps di Nocera Inferiore.Il filo conduttore degli accertamenti è sempre lo stesso: ricerca di documenti che confermino l’esistenza di una vasta organizzazione composta da imprenditori, consulenti del lavoro e patronati , i quali, mediante l’apposita creazione di società,avrebbero costituito migliaia di fittizi rapporti di lavoro, allo scopo di truffare l’Inps nelle indebite erogazioni assistenziali e previdenziali, con particolare riferimento a indennità di disoccupazione, maternità e malattia.Ieri mattina sono stati acquisiti documenti relativi ad aziende del settore terziario le cui posizioni , nelle banche dati Inps, risultavano regolari: in realtà i titolari delle società, che in molti casi sarebbero direttamente collegabili ai propri consulenti del lavoro, omettevano di versare i previsti contributi nelle casse dell’Istituto. . Secondo lo schema messo a punto dai Carabinieri, in tutto l’agro migliaia di persone (uomini e donne) si sarebbero rivolti a patronati o commercialisti compiacenti per «ottenere» un finto contratto di lavoro che garantisse loro l’assunzione per il tempo necessario a maturare indennità di disoccupazione, maternità o malattia. I professionisti provvedevano a inserire i nomi nelle liste di «dipendenti a tempo determinato» di società cooperative (per lo più di facchinaggio e pulizie) cui, in sub appalto, sulla carta, risultavano essersi rivolte aziende del territorio per le corrispettive prestazioni .Sei euro all’ora, la paga spettante ai finti assunti.Soldi in molti casi mai ottenuti. Così come solo parzialmente intascate sarebbero state le indennità successive alle istanze erogate dall’Inps : gli assegni venivano fatti inviare direttamente presso i patronati che avevano istruito le pratiche e trattenuti per il 50% della somma. In alcuni casi la disperazione economica  sarebbe stata sfruttata in altro modo:1.500 euro in contanti per la disponibilità ad «intestarsi» una ditta o a presentare soggetti interessati.

Michela Giordano

 

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