Sembra davvero un pozzo senza fine l’indagine, denominata “mastro lindo” che, nel 2011,i Carabinieri e la procura di Nocera hanno avviato su una presunta maxi truffa all’inps operata da una rete di finte cooperative che, aiutate da professionisti contabili compiacenti, avrebbero indebitamente favorito l’erogazione di migliaia di indennità non dovute da parte dell’inps. All’alba di oggi altre 4 ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dai carabinieri del maggiore Matteo Gabelloni. Ai domiciliari sono finiti tre consulenti del lavoro , con l’accusa di  associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Si tratta di  R. Z., 53 anni,; sua moglie, G.L. , già oggetto di uguale misura per mastrolindo 1; G.C. . Il 4 è l’imprenditore T.F. che, all’atto della conferenza stampa di questa mattina al comando provinciale dei carabinieri, non era stato ancora trovato. Nei confronti di altre tre persone coinvolte, è stato disposto il sequestro dei beni, anche per equivalente, per complessivi 20 milioni di euro e precisamente: R.Z.  sequestro per equivalenti per € 4,8 milioni, L.G. per € 4,8 milioni, T. F. per € 5,5, milioni, C.G. € 1,5 milioni, S.M., imprenditore nato nel 1963, €1,2 milioni, A.L., nata nel 1968, imprenditrice, € 900mila, C.A. imprenditore nato nel 1967, € 1,5 milioni. Il meccanismo fraudolento ipotizzato dagli investigatori è sempre lo stesso: un’ organizzazione, composta da imprenditori, consulenti del lavoro e professionisti del settore, mediante la creazione di aziende spesso inesistenti,  avrebbe costituito migliaia “fittizi” rapporti di lavoro – principalmente nel settore del terziario – allo scopo di truffare l’INPS nelle indebite erogazioni previdenziali/assistenziali, quali indennità di disoccupazione, maternità e malattia. L’odierno filone dell’indagine ha permesso di individuare le “aziende” coinvolte che, benché sul piano amministrativo figurassero aver “regolarmente” assunto le maestranze, di fatto omettevano anche di versare i previsti contributi nelle casse dell’INPS. Nel complesso l’operazione, con i risultati oggi conseguiti ha permesso di eseguire ben 40 ordinanze di cautelari personali, di cui 31 agli arresti domiciliari, di disporre il sequestro per equivalente dei beni per oltre 108 milioni di euro, quale provento dell’illecita attività, e di individuare ed annullare circa 10.000 posizioni lavorative fittizie, inserite in aziende agricole e del terziario risultate prevalentemente inesistenti, nei confronti dei titolari delle quali sono già in corso le operazioni di sequestro patrimoniale per somme equivalenti a quelle illecitamente percepite.

Michela Giordano   

              

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