I sindacati da tempo denunciano gli imboscati, infermieri che svolgono altre mansioni negli uffici degli ospedali e dei distretti. La pacchia potrebbe essere sul punto di finire. Le innumerevoli pressioni e la carenza di personale nelle corsie, ha spinto l’Asl Salerno ad assumere una posizione.

Non č infatti possibile che si taglino posti letto e servizi – i quattro letti in meno in cardiologia e la soppressione dell’endoscopia digestiva notturna all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore sono solo degli esempi – quando poi ci sono decine di infermieri che svolgono altri servizi per conto dell’Asl, mentre potrebbero essere un valido aiuto nei reparti.

Secondo il censimento dell’Azienda sanitaria completato due anni fa sono 350 i dipendenti che sono stati collocati negli uffici per problemi di salute; ma solo circa la metŕ ha dato corso alla modifica dell’inquadramento professionale, perdendo l’indennitŕ. Gli altri continuano a risultare medici, infermieri e operatori socio sanitari. In questo modo si continuano anche a percepire retribuzioni e indennitŕ di carica che dovrebbero essere sospese in quanto non piů attivi in quei servizi di reparto.

Per l’Asl Salerno non ci sono piů scuse e per evitare interventi della magistratura contabile si sollecita i direttori sanitari e amministrativi degli ospedali di portare alla luce il sommerso.

La lettera del capo del personale, Francesco Avitabile, sottolinea “l’esigenza di ricondurre il personale indicato nelle mansioni proprie del profilo di appartenenza”. In aggiunta, rispetto alle unitŕ infermieristiche si sollecita “la necessitŕ di assegnare il personale stesso alla filiera assistenziale”, un’urgenza “resa piů impellente dalla ineluttabilitŕ di dover continuare ad erogare a detto personale la indennitŕ professionale specifica legata alla qualifica posseduta”.

La nota arriva a poche settimane da una precedente lettera con la quale si chiedeva di verificare “le posizioni lavorative del comparto sanitŕ” e “l’elenco aggiornato delle unitŕ lavorative che risultano adibite a mansioni non proprie della qualifica e del profilo posseduto”. Ora l’Asl sollecita i provvedimenti.
Sa. D’An.

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