Aldo Di Vito si meraviglia ancora per non essere mai stato ascoltato dagli inquirenti in merito all’omicidio di Giorgio Barbarulo. I due avvocati erano molto amici, confidenti e leali colleghi, avevano condiviso informazioni fino a qualche ora prima dell’assassinio di Barbarulo, avvenuto il 29 luglio 1980 nell’androne del palazzo che ospitava il suo studio legale.
Una posizione, quella dell’avvocato Di Vito, che ritorna di attualitŕ dopo le dichiarazioni di Macario Mariniello. Ieri, l’ex esponente della Nuova camorra organizzata, accusato dell’omicidio Barbarulo, ha confessato di essere stato lui a freddarlo.
Le sue parole sono risuonate davanti ai giudici della Corte d’Assise del tribunale di Salerno dove č approdato il procedimento dopo l’annullamento della condanna in Cassazione.
Mariniello ha vuotato il sacco, assumendosi la responsabilitŕ dell’assassinio, chiarendo anche il movente del delitto riconducibile ad una relazione allacciata dall’avvocato con la sorella del boss.
Ma l’avvocato Di Vito ribadisce la sua visione, raccontata nel corso di una puntata di “Come eravamo”.