In questo periodo di emergenza c’è rischio di “contagiare” la qualità della raccolta differenziata. Ed è per questo che Legambiente ha presentato il dossier dal titolo “Facciamo secco il sacco” con un approfondimento sul sacco dell’indifferenziato dove ancora tanti cittadini inseriscono in modo sbagliato materiale riciclabile. Un sacco, quello dell’indifferenziato , che continuerà a crescere vista la necessità di utilizzare mascherina e guanti per arginare il contagio da COVID-19 e dove insieme al sacco dell’indifferenziato aumenterà probabilmente anche quello della plastica con l’incremento dell’usa e getta dovuto all’asporto e al delivery che nella Fase2 sono gli unici strumenti per poter riaprire attività ristorative e legate al food.
Assorbenti e pannolini, con il 50,4%, sono sicuramente maggiormente presenti nel secco indifferenziato delle famiglie campane. Seguono in ordine spazzolini e lamette per il 43,1% e gli scontrini per il 39,5%. Ma i dati dell’indagine presentano una fotografia preoccupante per la presenza ancora di troppi rifiuti che dovrebbero essere conferiti altrove e che erroneamente sono riposti nel contenitore sbagliato impedendo quindi il loro riciclo e recupero
Basti pensare che possono essere conferite nel sacco dell’umido organico i tappi di sughero, presenti nell’indifferenziato del 23% delle famiglie, lo stecco dei ghiaccioli o del caffè presente nel 20,2% o ancora gli avanzi di cibo con il 9%. L’elevata presenza di sacchetti di patatine e dolciumi così come dei piatti e bicchieri monouso in plastica, presenti rispettivamente per il 15,3% e il 8,1%, evidenziano come siano ancora tanti gli imballaggi di plastica che vengono erroneamente riposti nel sacco dell’indifferenziato rischiando di sfuggire al percorso del riciclo e recupero.
“ Tre priorità in tempo di emergenza, commenta Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania- fare chiarezza sul corretto conferimento; accompagnare i cittadini a fare bene e meglio per aumentare la qualità e ridurre la produzione, sollecitare le amministrazioni a mettere in campo tutti gli strumenti necessari per migliore la gestione locale dei rifiuti. “Oggi in Campania, accanto allo sforzo da fare sulla qualità e la riduzione, è necessario e urgente accelerare la realizzazione degli impianti di recupero e riciclo delle materie in ottica di economia circolare, dagli impianti di compostaggio e digestione anaerobica per la frazione organica e gli olii esausti a quelli per la plastica, carta, alluminio. Insomma- conclude Mariateresa Imparato- la sfida circolare, utile all’ambiente e all’economia, ha bisogno dell’energia delle cittadine e dei cittadini e del coraggio della classe politica. “