Nelle ultime settimane il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute ha eseguito una campagna di
controllo mirata al contrasto delle forme illecite di commercializzazione di prodotti etnici importati e
distribuiti su ampie aree del territorio nazionale. Le verifiche, effettuate presso grossisti e distributori
di alimenti etnici sono state volte ad accertare le condizioni igienico-sanitarie e strutturali degli
ambienti, l’attuazione delle procedure di sicurezza alimentare e tracciabilità, nonché la posizione
contrattuale delle maestranze ed il possesso di un’adeguata formazione professionale.
In tale contesto i Carabinieri del Nas di Salerno hanno effettuato numerose ispezioni nelle province di
competenza (Salerno, Avellino e Benevento) che hanno determinato l’accertamento di irregolarità in
dieci esercizi (tre dei quali chiusi “ad horas”), segnalando all’Autorità Sanitaria altrettanti operatori
di settore, contestando quattro sanzioni amministrative per un importo di oltre seimila euro.
Complessivamente è stata sequestrata una tonnellata di prodotti alimentari (ittici, carnei e vegetali)
ritenuti non idonei al consumo in quanto privi di tracciabilità, per un valore commerciale stimato in
ventimila euro.
In particolare sono stati sottoposti a chiusura, in collaborazione con le competenti Asl:
– un esercizio di ristorazione ubicato nel Cilento, a causa delle precarie condizioni igienico sanitarie
e strutturali in cui versava (insetti morti, sporcizia diffusa nei vari ambienti, etc…), sequestrando
600 kg di alimenti privi delle indicazioni sulla tracciabilità.
– una rivendita di alimenti dell’agro Nocerino-Sarnese, per gravi carenze igienico-sanitarie e
strutturali (servizio igienico e spogliatoio inutilizzabili, carenza di pulizie, promiscuità fra prodotti
alimentari e materiali vari), sequestrando amministrativamente 200 kg di alimenti non tracciati;
– un panificio della Valle Caudina, nel quale sono state accertate gravi carenze igienico-sanitarie e
strutturali (presenza di muffa e sporco pregresso nei laboratori di produzione e in altri ambienti,
mancata applicazione delle procedure di autocontrollo, assenza di idonei sistemi di aspirazione dei
vapori, variazione della destinazione d’uso di alcuni locali), sequestrando oltre 200 kg di alimenti
privi di indicazioni sulla tracciabilità.
Nelle tre province, infine, sono stati sottoposti all’istituto della diffida un’attività di “importexport”, quattro rivendite di alimenti etnici, un supermercato e un ristorante, affinché provvedano
alla risoluzione di lievi criticità, a vario titolo rilevate (carenza di pulizia, soluzioni di continuità sulle
pareti, schede di autocontrollo non aggiornate, etc…).
Il valore dei provvedimenti adottati ammonta a circa due milioni di euro.
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