O dulore è de chi ‘o sente, no ‘e chi passa e tten mente; detto che si attaglia appieno alle istituzioni che ogni giorno emarginano e mortificano i bisognosi e gli aventi diritto.
Ha fatto scalpore lo sfogo di una donna presentatasi dinanzi ad un a commissione medica INPS, in particolare dinanzi ad un Presidente di Commissione, forse troppo frustato per la consapevolezza di essere delegato ad attività burocratiche, per la sua incapacità professionale nell’esercizio della professione medica.
Purtroppo dinanzi al disastro dei disservizi nella quasi totalità si inserisce la responsabilità dei “fannulloni”, facenti parte dell’organigramma della pubblica amministrazione; li riconosci subito, perché i tratti sono sempre gli stessi: arroganti, maleducati, spesse volte propensi alle scorciatoie delle raccomandazioni, che si mostrano forti nei confronti di chi vive uno stato di debolezza, di bisogno indotto da una malattia, più o meno severa, ma soprattutto che non mostrano un briciolo di umanità nel relazionarsi con i deboli malcapitati, anziani o ammalati.
E pensare che per gli antichi Romani, ideatori della prima rete di controllo e di servizi amministrativi, la nostra terra era una Campania Felix, eppure oggi non vi è un solo argomento che possa confermare questo pensiero e quello che è davvero grave è che le criticità maggiori si rinvengono nel mondo della sanità, nel mondo dei servizi sociali, nel mondo previdenziale, ovvero in quei settori strategici, in cui forte dovrebbe essere la presenza e la vicinanza dello Stato.
L’impianto strutturale della rete sociale non riesce più ad essere solidale!
Poi ci si scandalizza di fronte a chi avendo subito l’indifferenza alla “sofferenza” e alla mortificazione dei “diritti”, anche per un proprio caro, ricorre a drammatiche conseguenze, che alterano la regolare tenuta dell’ordine pubblico; ecco perché nella pubblica amministrazione occorrerebbe un sistema di audio-videosorveglianza costante, si potrebbe accertare il perché arrivano puntuali – non giustificate ma frutto di esasperazione – le “devastazioni dei pronto soccorso”, le “aggressioni ai funzionari”, le “urla di chi chiede il rispetto dei propri diritti”, troppo spesso indotte da ore ed ore di attesa, ore ed ore di indifferenza, ore ed ore di mancate notizie.
È venuto meno il mantenimento del patto sociale, quello stesso patto sociale, costituzionalmente normato, che è tradito allorquando nei posti della pubblica amministrazione non finiscono i “migliori” ma coloro che sono “i raccomandati della politica clientelare”; questo, per rimanere in tema, è il cancro da sradicare dalla società italiana.
Dopo “tangentopoli” che aveva dato un flebile barlume di speranza, tradottosi però solo in una “meschina” epurazione di una specifica classe politica, tra l’altro forgiata con studio e preparazione, non come quella attuale, avventuriera ed improvvisata, c’è bisogno di una “burocratopoli”, perché sempre più i burocrati sono fautori delle malefatte, non solo del malfunzionamento della pubblica amministrazione, ma sono responsabili dei vari disservizi, perché impreparati, approssimativi, maleducati e comunque protesi verso interessi che non sono quelli della collettività.
Una pubblica amministrazione restia ad affrontare le sfide dei diritti di coloro che vivono uno stato di bisogno o di disagio, è una pubblica amministrazione “perdente”, e quel che è grave travolge l’intero funzionamento della macchina statale.
Non si può restare indifferenti rispetto alle file che ogni volta si intravedono nei pressi della farmacia ospedaliera dell’ASL di Nocera Inferiore, ove costantemente stazionano bisognosi con patologie severe, il tutto nell’indifferenza anche di chi dovrebbe svegliare le coscienze, ma invece preferisce rimanere in silenzio, rifugiandosi in meccanicistiche liturgie di obbedienza ad una dirigenza amministrativa, compiacente al potere politico, ma che fa acqua da tutte le parti, almeno quanto ad organizzazione.
Non si può nell’anno 2023 contemplare una pubblica amministrazione, uno Stato, con tutte le sue possibili diramazioni, locali, intermedie e centrali, che palesano l’indifferenza rispetto alla tutela della salute e dell’ambiente, come se tutto fosse nella norma, che restano muti, in colpevole silenzio, mentre, ad esempio, piano piano, con costanza e certosina attività maniacale, viene giù, sotto gli occhi di tutti, la montagna che delinea i confini della valle dell’Agro, senza però che alcunché sia proferito, distogliendo l’attenzione con le solite altrettante gravi ed irrisolte problematiche che attanagliano il territorio, come ad esempio il fiume Sarno!
Non si può rimanere in silenzio rispetto ad un organigramma istituzionale, variegato, che continua ad incantare con promesse da marinaio, puntualmente nei fatti smentite, i cui rappresentanti sono sempre posizionati in prima fila, nelle varie celebrazioni, finanche quelle eucaristiche, lasciando però la comunità sempre in fondo alla navata!