Care cittadine e cittadini, cari rappresentanti delle istituzioni della provincia di
Salerno,
nella seduta del 18 settembre scorso, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro
dell’Interno Matteo Piantedosi, mi ha destinato a svolgere le funzioni di Prefetto di Bari dal
prossimo 2 ottobre.
Mi accingo a lasciare questa splendida terra dopo più di cinque anni dal mio arrivo,
consapevole che un pezzo del mio cuore resterà qui con voi.
È stato un periodo intenso e appassionato e ormai mi sento di far parte a pieno titolo di
questa comunità così ricca di storia, cultura e valori, con cui si è creato un legame forte e
viscerale che, ne sono certo, continuerà negli anni a venire.
Questi anni salernitani non sono stati solo scanditi dal trascorrere degli innumerevoli
impegni che hanno affollato la mia agenda istituzionale, ma per me come per tutti voi è
cambiata la percezione del mondo. Ognuno di noi porterà sempre dentro di sé la linea di
demarcazione che è stata tracciata dalla terribile emergenza pandemica. Le esperienze
maturate nell’arco di questo tempo, tra tutte l’enorme responsabilità di attuare le decisioni
governative e di vigilare sulla loro applicazione in modo rigoroso ma attento ai bisogni e
alle difficoltà di ciascuno di voi, sono state e resteranno per me un patrimonio
indimenticabile, di arricchimento professionale, ma soprattutto umano.
Sono orgoglioso di essere stato il Prefetto di questa provincia, che ha fatto fronte allo
tsunami creato dal virus mobilitando tutte le energie, tutte le risorse, tutti i suoi cittadini
che si sono uniti salvaguardando il bene comune. La comunità salernitana, nell’affrontare
questo nemico invisibile, ha saputo dimostrare che il senso della convivenza solidale e
l’etica delle responsabilità sono valori imprescindibili e necessari.
Ma non solo. Abbiamo dovuto riconoscere la complessità di ciò che ci è piombato addosso
e confrontarci con i limiti imposti da una realtà sempre più caratterizzata da fenomeni
globali: dalla pandemia alla guerra, dalla crisi energetica ai cambiamenti climatici fino ad
arrivare ai fenomeni migratori. Sono sempre stato convinto che da soli non si va da nessuna
parte e sono fiero di dire ad alta voce che le istituzioni e la società civile salernitana hanno
dato una risposta compatta e positiva.
Ho cercato di portare avanti questo percorso spiegando tutto il mio impegno e la mia
passione civile e ho provato ad offrire, a tutti coloro con cui ho avuto l’occasione di
Il Prefetto di Salerno
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confrontarmi, risposte dirette e concrete. Posso dire con orgoglio che le porte del palazzo
di Governo sono state sempre aperte a tutte le cittadine e i cittadini di Salerno e della
provincia.
Con animo commosso e sincera riconoscenza per la strada che abbiamo attraversato
insieme, rivolgo un pensiero di affetto e ringraziamento ai miei collaboratori della
Prefettura, alle Forze di Polizia, ai Vigili del Fuoco, agli Amministratori locali, ai
responsabili dei diversi livelli istituzionali, ai sindacati, alle parti datoriali e sociali, agli
operatori del terzo settore, agli organi di informazione, ad ogni cittadina e cittadino di
questa comunità.
Voglio lasciarvi con una preghiera: amate e difendete fino in fondo questa terra, una delle
più estese e belle del mondo; conserva bellezze naturali straordinarie, anzi uniche.
Preservate il territorio dalle aggressioni dell’uomo e della natura, cercate di mantenerlo
intatto, prendendovene cura non solo nelle emergenze ma, soprattutto, nelle attività di
prevenzione e manutenzione.
Restate e costruite. Non abbandonate i meravigliosi borghi che popolano questa provincia,
meritano una seconda possibilità. Sono certo che la Città di Salerno e tutto il suo territorio,
con il legittimo orgoglio di un illustre passato, possano sviluppare ancora potenzialità
economiche, sociali e culturali che, pur in momenti di difficoltà, assicurino di mantenere e
consolidare quel ruolo di rilievo che a questa provincia compete, sul piano regionale e
nazionale.
Permettetemi di salutarvi con le parole del grande Alfonso Gatto:
“A ognuno di questi angoli, nel bianco murario di una Salerno radiosa e sciroccale
nel tepore o nella fredda tramontana dei suoi inverni,
forse non sono passato invano”.
Grazie!
Francesco Russo
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