La Valle del Sarno.
Qui se non si muore a causa dell’inettitudine organizzativa in ordine alla sicurezza del territorio, per la forte recrudescenza della criminalità, per un assetto viario del tutto disastroso e non rispettoso dei criteri di sicurezza stradale, si muore a causa dell’inquinamento ambientale, che ha voracemente consumato il territorio, ottenendo il triste primato delle morti per patologie neoplastiche.
Sarebbe interessante, però, stabilire se i decessi avvengono per le neoplasie o per una cattiva “gestione” delle neoplasie, a partire dalla diagnosi per finire alle terapie, che evidentemente solo sulla carta sono protocolli nazionali!
La sanità è stata dimenticata oltre che reiteratamente assoggettata a ingiustificabili atti predatori.
Basterebbe, per rispondere ai detrattori che chiedono la soluzione, per dare un segnale tangibile dell’attenzione per il bene della collettività, attaccare il Piano Sanitario Regionale, attraverso mirate azioni giudiziarie dinanzi alla giustizia amministrativa, essendo ormai palese “l’arbitrio” che ogni giorno si perpetra in danno della salute dei cittadini dell’agro.
Poiché, però, questo dovrebbe essere proposto dai Comuni, singoli o associati, con apposita decisione dei vari rappresentanti, il tutto diviene una nota dolente; questo tipo di scelta apre un acceso dibattitto, legato al sottostante scenario in cui inimmaginabili sono gli interessi diretti ed indiretti sottesi.
Il costante declassamento, ormai da anni in atto, dei nostri ospedali di riferimento, lascia disarmati e profondamente colpiti per l’audacia delle chiacchiere che si consumano; un continuo insulto per coloro che in condizioni di bisogno, non riescono ad ottenere il benché minimo servizio, i nostri ospedali ormai sono caratterizzati dalle lunghe liste di attesa e da un’offerta di prestazioni tale da indurre, nella stragrande maggioranza dei casi, a disagevoli spostamenti, per ricercare altrove l’assistenza sanitaria necessaria.
Da sempre, il mondo sanitario è legato a quello della politica, ma in passato le scelte di quest’ultima riuscivano comunque a portare lustro ai nosocomi locali, oggi invece garantiscono solo primariati – si spera almeno meritati – e l’accrescimento esclusivo delle strutture centrali, verso cui propende il Piano Sanitario Regionale, con una sanità pubblica sempre più proiettata verso quella privata, per la solita e scontata motivazione: il danaro muove qualsiasi scelta.

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