Ricordare uno degli eventi sismici piů gravi della storia italiana č un dovere di tutti noi, il
terremoto dell’Ottanta colpě una vasta area compresa tra le province di Salerno e Potenza tanto che č considerato uno dei piů gravi terremoti della recente storia italiana.
Erano le 19.34 del 23 novembre 1980 quando un terribile boato simile ad un bombardamento si udě, contemporaneamente ad esso dapprima il buio poi desolazione e paura. La terra tremň in Campania e in Basilicata con epicentro in Irpinia. 90 interminabili secondi che costarono la vita a centinaia di famiglie, interi paesi furono rasi al suolo e mai piu ricostruiti. 3000 morti, 9000 feriti, 300.000 senza un tetto e 150.000 le abitazioni distrutte.
Una domenica come tante, la temperatura mite nonostante fosse novembre inoltrato fa cominciare bene una giornata che per molti del sud si passa in famiglia. Dopo il pranzo domenicale si sceglie di andare in Chiesa oppure ci si piazza dinanzi alla TV, per tanti tifosi stavano trasmettendo Juventus – Inter e i bambini sono con le proprie madri a fare altro. Ma quella giornata ricordata dai superstiti di sole e caldo a tratti anche anomalo, si trasformň nel buio e nel gelo, bastarono appena 90 secondi.
Un minuto e mezzo che rase al suolo interi paesi isolati per giorni e giorni.
Ad un tratto si udirono le urla di chi incredulo si trovň dinanzi scene mai viste prima, fu distrutto tutto quello che negli anni era stato costruito, i sacrifici di tante famiglie, qualcuno non ritroverŕ mai piů la serenitŕ e la pace delle proprie abitazioni. 26000 metri quadrati con 7 milioni di abitanti, troppi per una macchina dei soccorsi che non riuscě a contenere il disastro.
Le strade interrotte, gli elicotteri poi dall’alto documentarono lo struggente dramma umano delle famiglie brutalmente private delle loro cose, gli effetti rovinosi del sisma si fecero sentire in provincia di Salerno e Napoli ma solo successivamente se ne comprese la gravitŕ.
Alla base di Pontecagnano si concentrano punti raccolta per aiutare i sopravvissuti con un servizio di elisoccorso, il presidente Sandro Pertini in visita nei luoghi colpiti potč da subito constatare la piena emergenza e la mancanza dei mezzi adeguati che furono la principale causa di morte.
Nel 1981 nasce la legge che permetterŕ ai 506 comuni colpiti di ottenere fondi per la ricostruzione, “la legge 219” ma in parte quei soldi non verranno smaltiti.
Il terremoto č un evento sismico “IMPREVEDIBILE” quello che perň si comprese bene č che le operazioni di primo intervento volte a gestire un numero considerevole di sfollati e la relativa messa in sicurezza di un territotio avrebbe dovuto avere una regia attenta e puntuale, dopo anni precisamente il 1992 una riflessione profonda sui fatti accaduti portň alla nascita del corpo della Protezione Civile.
Il terremoto dell’Irpinia fece registrare una magnitudo di 6.9 e un valore sulla scala Mercalli pari al nono grado, l’evento non fu caratterizzato da un’unica scossa: si ritiene infatti che entro quaranta secondi dalla prima se ne verificarono altre due, anch’esse con magnitudo attorno al 6.4 – 6.6., č come se in meno di un minuto tre terremoti, tutti piů forti di quello dell’Aquila, avessero colpito l’area. Fu a tal proposito molto difficile far fronte a tale disastro,
un’impresa ulteriormente complicata dal fatto che all’epoca la stazione sismica piů vicina era quella dell’Osservatorio Vesuviano, a circa 77 km dall’epicentro. Inoltre negli anni ’80 erano pochi i sismometri collegati in tempo reale con una stazione di monitoraggio, rendendo quindi impossibile il calcolo in breve tempo dell’ipocentro e della magnitudo del sisma. A questo si aggiunse ulteriore confusione causata dai media dell’epoca che, non avendo loro stessi dati certi, diffondevano notizie contrastanti in merito all’esatta ubicazione del terremoto. Tutta quest’incertezza, fortunatamente, diede lo stimolo giusto per costruire negli anni a venire una rete sismica moderna e capace di fornire dati in tempo reale.Tirando le somme
a 43 anni dal tragico accadimento bisogna ancora e necessariamente parlare di prevenzione e cultura della stessa. Il sisma del 23 novembre1980 in Campania č stato avvertito nel Salernitano sino alla costa, da quell’evento tutti avremmo dovuto imparare che la prevenzione sugli edifici č molto meglio che ricostruirli e che i primi attimi successivi alle catastrofi sono quelli piů importanti, di certo non si sarebbe potuto evitare tutto quello che poi č avvenuto ma contenere, forse, quello sě. Anna Cicalese
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