Un forte richiamo alla responsabilitŕ cristiana “di innalzare la fiaccola della speranza” e di poter diventare “una tessera nella costruzione di quel grande mosaico di fraternitŕ e pace che la famiglia umana č chiamata ad essere, secondo il disegno di Dio”, ma anche notevole preoccupazione per “un contesto sociale che rischia di essere dominato dall’oscuritŕ”. Č quanto emerge della lettera che l’Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, S.E. Monsignor Andrea Bellandi, rivolge alla comunitŕ tutta, in occasione del Santo Natale.

Di seguito, il testo integrale della lettera di Natale di S.E. Monsignor Bellandi:

Carissimi/e,

guerre e violenze che si ripetono con il loro carico di morte, distruzione, odio diffuso; una violenza quotidiana che si annida spesso anche all’interno di rapporti affettivi, avvelenati da illusorie e ingiustificate pretese di possesso; un’inarrestabile ondata di migrazioni dal continente africano e dall’Asia minore, in gran parte causate da povertŕ e conflitti, esito di strategie politiche miranti a salvaguardare gli interessi di pochi e non il bene di molti; emergenze climatiche dovute anche ad uno sfruttamento del Creato basato sull’interesse delle nazioni e dei grandi networks economico-finanziari.

L’annuale rapporto CENSIS, pubblicato in questi giorni, fotografa altresě un quadro desolante della situazione sociale del nostro paese, in cui il clima psicologico appare dominato dalla paura e dall’inerzia. Una “ipertrofia emotiva” – come viene sintetizzata dal Rapporto – davanti alla quale noi cristiani non possiamo tuttavia rassegnarci, in quanto siamo stati raggiunti e viviamo di quella straordinaria notizia, che risuonerŕ ancora una volta nella notte di Natale: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarŕ di tutto il popolo: oggi, nella cittŕ di Davide, č nato per voi un Salvatore, che č Cristo Signore» (Lc 2,10-11). Questa č la luce che il profeta Isaia preannunziava e che a Betlemme č finalmente apparsa a tutto il “popolo che camminava nelle tenebre”: il Figlio di Dio č venuto tra noi, cosě da ridestare per sempre la speranza in coloro che lo accolgono e lo riconoscono. E questa speranza, dice San Paolo, «non delude, perché l’amore di Dio č stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci č stato dato» (Rm 5,5): questo amore č ciň che ci permette di vivere ogni situazione, anche la piů drammatica, ma anche di avere compassione di questa umanitŕ ferita e bisognosa, verso la quale abbiamo la responsabilitŕ di testimoniare la Buona Notizia che ci ha raggiunti: «gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8).

Ecco, a noi cristiani, anzitutto, č data questa responsabilitŕ di innalzare la fiaccola della speranza, in un contesto sociale che rischia di essere dominato, invece, dall’oscuritŕ. Anche per questo il Santo Padre ci invita – come Chiesa – ad “uscire”, a incontrare la gente, a testimoniare il Vangelo, ad essere missionari in tutti gli ambienti nei quali viviamo – famiglia, parrocchia, realtŕ del lavoro, mondo della cultura, territorio – proprio per il fatto di essere, oggi, depositari di quell’annuncio straordinario che Dio, per amore nostro, si č coinvolto con noi e rimane presente per confortarci nel faticoso cammino della vita: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Ognuno di noi puň essere una tessera nella costruzione di quel grande mosaico di fraternitŕ e pace che la famiglia umana č chiamata ad essere, secondo il disegno di Dio. Che Maria Santissima possa esserci sempre di conforto, di aiuto e di richiamo a questa dignitŕ di figli di Dio a cui siamo stati chiamati, come ha pregato Papa Francesco nell’atto di venerazione all’Immacolata, compiuto lo scorso 8 dicembre a Roma:

Mostraci ancora, o Madre, la via della conversione,

perché non c’č pace senza perdono

e non c’č perdono senza pentimento.

Il mondo cambia se i cuori cambiano;

e ognuno deve dire: a partire dal mio.

Ma il cuore umano solo Dio lo puň cambiare

con la sua grazia: quella in cui tu, Maria,

sei immersa fin dal primo istante.

La grazia di Gesů Cristo, nostro Signore,

che tu hai generato nella carne,

che per noi č morto e risorto, e che tu sempre ci indichi.

Lui č la salvezza, per ogni uomo e per il mondo.

Vieni, Signore Gesů!

Venga il tuo regno d’amore, di giustizia e di pace!

Auguri di buon Natale a tutti!

 

Andrea Bellandi

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