Due incidenti stradali in circa due ore e tre ambulanze chiamate: la prima arrivata dopo 31 minuti, la seconda dopo 41 e la terza dopo 20 minuti. Tutte senza medico a bordo. La mia reazione di rabbia non era assolutamente riferita al personale sanitario ma a chi gestisce la Sanitŕ in questa regione che avrebbe il dovere di dimettersi rispetto alla gestione dell’emergenza. Per non parlare della sanitŕ territoriale e della mobilitŕ passiva, delle persone che sono costrette ad andare altrove per curarsi.
La mia protesta, č stata dettata dalla disperazione di un territorio che reclama ogni giorno il diritto alla salute che gli spetta. Č una rabbia dettata dalla paura di non avere un pronto soccorso a cui affidare un figlio, un parente, un amico, noi stessi in caso di emergenza.
Bastano sei medici, ci raccontava il direttore sanitario, firmando davanti ai nostri occhi il bando di concorso. Ci abbiamo sperato, ho invitato personalmente i medici a partecipare, poi perň leggo di altri concorsi che in contemporanea vengono pubblicati dall’Asl Sa per la ricerca di altri medici in presědi come Nocera e Pagani…un dubbio mi assale: non vorrei che fosse una manovra per distrarre il personale sanitario e in particolare i medici dell’emergenza, dall’idea di scegliere Scafati. Un ospedale dove tra l’altro mancano reparti fondamentali per una riapertura come il laboratorio di analisi e la sala operatoria, dove i lavori erano cominciati e non sono mai stati terminati.
In Campania, č ora che la gestione della Sanitŕ prenda un altro indirizzo: faccio appello a tutti i sindaci della nostra regione affinché ci si organizzi in un comitato che si attivi per programmare una grande manifestazione a Salerno cittŕ o meglio ancora a Palazzo Santa Lucia. Questa battaglia non puň essere limitata al territorio di Scafati perché la questione sanitaria č regionale. Abbiamo bisogno del sostegno di tutti.
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