ESEGUITA ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE NEI CONFRONTI DI UN SOGGETTO AUTORE DI ESTORSIONE AGGRAVATA IN DANNO DI ANZIANI.
La Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare della custodia in Istituto Penitenziario Minorile emessa dal Giudice per le indagini Preliminari del Tribunale per i Minorenni di Salerno, su richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di un soggetto, all’epoca dei fatti minorenne, gravemente indiziato del reato di estorsione aggravata e continuata.
Il provvedimento cautelare compendia le indagini condotte dalla Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Salerno, in merito a due episodi commessi in danno di persone anziane residenti nel salernitano.
In particolare, le indagini hanno permesso di mettere in luce due gravi episodi delittuosi che hanno visto come vittime due persone anziane del salernitano, fatte oggetto di intimidazioni e minacce finalizzate all’ottenimento illecito di denaro e beni preziosi. Gli autori di tali reati hanno sfruttato la vulnerabilità delle loro vittime, approfittando della loro condizione di fragilità fisica e psicologica per costringerle a cedere a quelle che, di fatto, per la loro gravità erano vere e proprie richieste estorsive.
Questo fenomeno, definito “truffe agli anziani”, può assumere diverse forme, ma il modus operandi è quasi sempre lo stesso: attraverso chiamate telefoniche, i malfattori, fingendosi familiari e lo funzionari pubblici, o appartenenti alle Forze dell’Ordine, inducono timore nelle vittime, paventando loro situazioni di tale gravità che riguardano i loro familiari fingendo che si trovino in situazioni di pericolo per la loro incolumità fisica o per la loro libertà; situazioni che possono risolversi solo attraverso il tempestivo pagamento di una somma di denaro. La gravità delle situazioni paventate e la intimidazione sottesa sono spesso tali che le vittime non possono far altro che aderire alle pretese economiche avanzate.
Si tratta, infatti, di una problematica tristemente diffusa, in cui, come nel caso specifico, più complici partecipano al reato secondo un “copione” prestabilito, che sfrutta la scaltrezza dei malintenzionati per ingannare persone scelte ad hoc, generalmente anziane, nella piena consapevolezza di poter più facilmente ingenerare in loro confusione e paura. Cosi, per la loro evidente fragilità, gli stessi finiscono inevitabilmente nel vortice di bugie, spesso a causa dell’isolamento e della mancanza di un adeguato supporto familiare (che peraltro gli estorsori cercano di “neutralizzare “tenendo impegnate le vittime al telefono così da impedire loro di rintracciare altri) o sociale. Inevitabile il senso di vergogna che provano le vittime nel denunciare l’inganno, poiché ciò offende la loro dignità e mette in evidenza la loro debolezza

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