A Sarno si sollevano polemiche per le condizioni di degrado urbano in cui versa il centro cittadino, in particolare su Corso Umberto I. Le lamentele dei residenti e dei commercianti si concentrano soprattutto sullo stato di abbandono dei paletti dissuasori lungo la via principale, ormai deteriorati e inefficaci. La questione è stata sollevata anche a livello istituzionale, con il consigliere comunale, nonché coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Enrico Sirica, che ha espresso il suo disappunto e chiesto interventi urgenti per ristabilire il decoro urbano nella cittadina.

“È inaccettabile che un’arteria centrale come Corso Umberto I versi in queste condizioni di degrado. I paletti dissuasori, che dovrebbero garantire ordine e sicurezza lungo il corso, sono ormai inutilizzabili, danneggiati e abbandonati a loro stessi. È uno spettacolo che non rende giustizia alla nostra città e ai cittadini che ogni giorno percorrono queste strade”, ha dichiarato Sirica, aggiungendo che la situazione è stata più volte segnalata all’amministrazione comunale senza però ottenere risposte concrete.

“Quello che chiediamo – prosegue il consigliere – è un intervento immediato e risolutivo. Non possiamo continuare a ignorare un problema così evidente, che influisce sia sulla vivibilità che sull’immagine della nostra città. Sarno merita un’amministrazione che sappia prendersi cura del territorio e tutelare il bene comune. I cittadini sono stanchi di promesse non mantenute e di soluzioni tampone che non risolvono nulla. È tempo che l’amministrazione si assuma le sue responsabilità e intervenga con decisione”.

La richiesta di Sirica è quella di un’azione urgente per la sostituzione o il ripristino dei paletti dissuasori e, più in generale, un piano di riqualificazione del centro urbano che garantisca maggiore ordine e sicurezza. “Sarno ha bisogno di interventi strutturali che vadano oltre le apparenze – conclude –. Il decoro urbano non può essere considerato secondario, è un diritto di tutti i cittadini e un dovere di chi amministra la cosa pubblica”.

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