Nuove e gravi accuse emergono nell’inchiesta che coinvolge il chirurgo plastico Carmine Alfano dell’Azienda ospedaliera universitaria “Ruggi d’Aragona” di Salerno, indagato per aver falsificato dati medici per eseguire interventi di protesi mammarie su pazienti non idonee. Secondo l’inchiesta, i dati alterati sarebbero stati trasmessi sia alla Regione Campania che al ministero della Salute.

A farsi portavoce delle preoccupazioni e richieste di chiarimento è il professore Mario Polichetti, responsabile nazionale Sanità e Politiche Sociali dell’Udc, che punta il dito anche sulla responsabilità della Direzione Generale dell’ospedale, guidata da Vincenzo D’Amato. “Se il direttore generale non ha sorvegliato sulla veridicità dei dati inviati agli enti competenti, si tratta di un’omissione grave. Questi dati falsi, legati agli interventi oncologici al seno, potrebbero aver compromesso il raggiungimento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), che prevedono un minimo di 135 interventi annui di cancro alla mammella per ogni centro accreditato”, dichiara Polichetti.

La permanenza in carica del direttore generale dipende, infatti, dal raggiungimento degli obiettivi dei Lea, per i quali sono fissati standard precisi su scala nazionale. “Se questi numeri sono stati falsati e trasmessi senza alcuna verifica, il direttore non ha realmente raggiunto gli obiettivi richiesti”, ha continuato Polichetti, “e questo è un motivo più che valido per chiederne la rimozione”.

Il professore Polichetti, dunque, chiede una verifica approfondita e trasparente da parte delle autorità competenti, sottolineando l’urgenza di ristabilire la fiducia nell’operato della Direzione dell’ospedale e nelle procedure di controllo.

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