In queste ore, stiamo assistendo a reazioni molto dure di alcuni esponenti di partiti e movimenti politici, ma anche di rappresentanti delle istituzioni, a seguito della volontà del Consiglio provinciale di Salerno di esprimersi favorevolmente rispetto alla proposta di Legge regionale per la ridefinizione dei confini tra i comuni di Pagani e Sant’Egidio del Monte Albino.
Con il dovuto rispetto, reputo queste reazioni sbagliate nel metodo e nel merito.
Innanzitutto, mi preme chiarire che nessuno sta tentando di “aggirare” la sentenza del Consiglio di Stato. E questo perché nessuno può mettere e mette in discussione i contenuti della sentenza, che sappiamo bene essere inappellabile e che del resto sta dispiegando già da tempo i suoi effetti.
La strada che si sta tentando di percorrere, e che sin da subito abbiamo onestamente e pubblicamente annunciato di voler percorrere, non ha nulla a che fare con la sentenza ed è pienamente e totalmente legittima. Sono la Costituzione e una legge del 1974, infatti, che consentono la procedura referendaria, aprendo alla possibilità che siano i cittadini, in piena e totale libertà, a decidere. Dalle mie parti questo si chiama democrazia e, francamente, non vedo dove sia lo scandalo. Il tema di chi sarà chiamato al voto, poi, è questione tecnica che sarà valutata nelle sedi opportune, ma chiedere che ciò avvenga per l’intera popolazione dei due comuni è assurdo non solo perché contro la legge, ma soprattutto perché contro ogni logica. Ma questo, come dicevo, verrà chiarito a tempo debito e nelle sedi opportune.
Non nascondiamo – e non ci sarebbero motivi per farlo – il nostro desiderio di risolvere la questione della ex Zona contesa a vantaggio del comune di Sant’Egidio, perché lo crediamo giusto per svariate ragioni. Constatiamo che evidentemente lo credono anche i quasi 40 consiglieri regionali, di ogni partito e schieramento politico, che hanno sostenuto la proposta di legge regionale. Minacciare crisi politiche, attaccare questo o quel partito, gridare a chissà quale scandalo ci appaiono reazioni del tutto incomprensibili, soprattutto perché stiamo proponendo una cosa estremamente semplice, e cioè che a decidere siano i cittadini sulla cui vita questa situazione ha delle conseguenze dirette, immediate e concrete. E a loro, credo, che tutti dobbiamo maggiore rispetto.
Gli attacchi scomposti all’Amministrazione comunale di Sant’Egidio e a chi, senza guardare ai colori politici, ha scelto di aprire alla possibilità del referendum, sono attacchi rivolti all’intera comunità di Sant’Egidio e sono il segno concreto della logica con cui i colleghi di Pagani stanno gestendo questa vicenda. Ribadisco qui con forza, come ho sempre fatto alla luce del sole, che, nel rispetto della legge, tenteremo ogni strada possibile per risolvere la vicenda della ex Zona contesa a vantaggio di Sant’Egidio. Lo faremo per rispetto della nostra storia, della nostra terra e di oltre un migliaio di cittadini e cittadine che questo ci chiedono.