E’ sulla sanità che si gioca la grande partita di civiltà di una terra, l’agro nocerino sarnese , spesso relegata a Cenerentola perché incapace di esprimere una dignitosa rappresentanza politica a vari livelli. Le scelte (solo calate dall’alto) spesso non tengono conto delle reali esigenze di un’area cosi’ densamente popolata e che rivendica un ruolo di primo piano nel panorama regionale e nazionale. Ne va la sopravvivenza di tutti! A pagare le spese di una sanità allo sbando sono le aree piu densamente popolate della regione Campania e tra queste sicuramente l’agro nocerino sarnese, spesso terra di nessuno da tempo incapace anche di esprimere propri rappresentanti nei posti che contano o scarsamente considerata da chi, i ruoli di potere li ha, ma resta alla finestra puntando solo l’indice contro l’avversario di turno. E cosi è anche impossibile curarsi, ricorrere alle cure degli ospedali territoriali, il piu’ delle volte ingolfati o incapaci di fornire assistenza adeguata, competente e professionale per l’eccessiva politicizzazione della classe dirigente a tutti i livelli sanitaria ed amministrativa. E’ il preambolo, che riteniamo necessario, per spiegare, una volta e per tutto, quello che in questa terra, nell’area nord della provincia di Salerno, solo cerniera tra Napoli e Salerno, ma di fatto relegata spesso a cenerentola proprio per l’incapacità di esprimere un voto maturo e responsabile e per spiegare quello che ,per esempio, nei giorni scorsi si è verificato all’ospedale Umberto I, dove pur non sono mancate negli anni nomine sanitarie, espressione della politica politicante, per dirla alla de luca ma non per questo per biasimarla. Nei primi giorni del nuovo anno, siamo al 2 e 3 gennaio scorso, al pronto soccorso dell’ospedale Umberto I di Nocera inferiore è stato il caos. Un sovraffollamento di pazienti ha determinato problemi e lunghe attese oltre ogni previsione. Denunciata una situazione disastrosa di emergenza nell’emergenza. Il presidio di emergenza dell’ ospedale era al collasso. Dal 118 continuavano ad arrivare richieste per trasportare in emergenza pazienti gravi ma ormai non bastavano piu’ neanche le barelle, tanto da dover utilizzare finanche i letti dell’OBI , il punto di osservazione breve attiguo ai locali del pronto soccorso e che pure è tutto pieno “un disastro, non abbiamo barelle! Stiamo appoggiando i pazienti in letti di fortuna” -si lascio’ – scappare in quei giorni difficili, a noi di Telenuova, uno degli operatori con un paziente in attesa. Pazienti sulle sedie a rotelle per mancanza di lettighe, in sala d’attesa mancavano i posti a sedere ed i pazienti sono costretti a rimanere in piedi per ore in attesa di essere visitati. Il picco influenzale con le complicanze respiratorie che ha comportato ha messo a dura prova medici e paramedici. Un’utenza che affluisce anche dall’ospedale di Sarno dove si è spesso in affanno . Ed è questo uno dei motivi per i quali All’Umberto I si ravvisava una mancanza di coordinamento con gli altri presidi ospedalieri e di emergenza . Una situazione disarmante con un’utenza che continua ancora oggi ad affluire quotidianamente all’ospedale nocerino da ogni dove in particolare dalla provincia di Napoli dove la situazione è ancora piu’ grave. Si rischia di non ricevere piu’ un’adeguata assistenza sanitaria sia in Ospedale che sul territorio, nonostante sulla carta la valle del Sarno che abbraccia ben 13 Comuni, possa vantare ben 4 presidi ospedalieri, due dei quali svuotati di reparti e assistenza in emergenza. Vanno assunte decisioni importanti rapportate alla elevata densita’ di popolazione dell’area nord della provincia di Salerno. Non c’è piu tempo!
Aurora Torre