Il Sindaco Paolo De Maio ha più volte risposto al dissenso contro l’attuazione del Secondo Piano Operativo (la cementificazione di 221.000 mq. di suolo agricolo a Fosso Imperatore per l’allargamento dell’area industriale) dirottando l’attenzione sull’urgenza e la necessità di imbracciare la vera lotta, quella contro la ZES unica (Zona Economica Speciale), che lui, con la sua amministrazione starebbero portando avanti.
Ma facciamo chiarezza ed andiamo con ordine:
Col d.l. 124/2023 tutta l’Italia meridionale è diventata Zona Economica Speciale, e le imprese che intendono aprire sul nostro territorio godendo dei relativi benefici fiscali non devono più essere autorizzate dal Comune ma da una Cabina di regia con sede a Roma.
Qual è stato, per Nocera, l’effetto di questa nuova normativa?
La Cabina di regia romana ha ora autorizzato la costruzione di un cementificio (una tra le produzioni più inquinanti) a Fosso Imperatore nella zona D1 del Piano Urbanistico Comunale, fuori dall’area del Secondo Piano Operativo ma all’interno dell’area di sviluppo industriale prevista dalla programmazione urbanistica comunale.
Com’è potuto accadere tutto ciò?
Anche se per il Sindaco «la Zes unica mette a rischio la programmazione del Comune, la frantumazione del territorio, il consumo di suolo», sono le Ammistrazioni con la pianificazione urbanistica tesa alla creazione di zone industriali a rendere possibili gli insediamenti ZES. Per questo riteniamo che la responsabilità politica di quanto ora sta accadendo sia condivisa dalla presente Amministrazione con quelle precedenti (in cui il Sindaco De Maio ricopriva la carica di Vicesindaco): la scelta di destinare i terreni siti nella periferia di Nocera Inferiore alle industrie è stata ed è tutta dell’Amministrazione, che ora propone ricorsi al TAR per impedire insediamenti che egli stessa ha provocato.
Questo per noi rappresenta un’enorme contraddizione: per potersi dire contro la cementificazione è necessario attuare politiche volte ad impedirla sempre e comunque, favorendo le economie fondate sulla produzione agricola sostenibile.
Qual è invece la nostra posizione su questa ennesima colata di cemento?
Come Rete NO PIP – A difesa del suolo crediamo che togliere spazio al fertile suolo agricolo in favore del cemento delle industrie sia sempre una pessima idea. Per questo siamo contrari sia ai Piani di Sviluppo voluti dall’Amministrazione che alla normativa sulla ZES unica: se, da un lato, quest’ultima impone dall’alto le scelte relative allo sviluppo industriale del meridione, dall’altro lato in maniera altrettanto antidemocratica la nostra Amministrazione, che nel proprio programma elettorale dichiarava di voler abbattere il consumo di suolo, continua a guardare in maniera del tutto retrograda alle industrie come unica forma di sviluppo possibile.
Inoltre, crediamo che la vicenda del cementificio sia una preoccupante finestra sul futuro del nostro territorio: l’ampliamento dell’area industriale tanto voluto dall’Amministrazione ha creato le condizioni perfette perché sempre più imprese possano decidere di insediarsi in quella zona. Invitiamo l’Amministrazione a fare un deciso un passo indietro nel proprio progetto, e a restituire quindi la destinazione agricola ai terreni che voleva cementificare: solo così è possibile dimostrare una capacità di progettazione che non guardi solo al breve termine e alle singole aziende ma al benessere nel lungo termine dell’intera collettività.
Solo così si potrà finalmente realizzare ciò che chiediamo da più di un anno, ossia che quei terreni siano coltivati in maniera pulita e sostenibile, e cioè senza lo sfruttamento del suolo e delle persone che ci lavorano: è questa l’unica scelta politica che urge fare in questo momento!
È arrivato il momento di porre un freno e ripensare le politiche del nostro territorio per affrontare le sfide ambientali del presente!
RETE NO PIP – A difesa del suolo