Il dottor Giuseppe De Martino era già stato chiaro, a pochi giorni dalla morte di Davide Astori, capitano della Fiorentina scomparso lo scorso mese di marzo in un hotel a Udine: aveva ai nostri microfoni parlato del fatto che la morte per bradiaritmia era quasi certamente da escludere. Ed aveva invece avanzato altre ipotesi. La perizia effettuata gli dà ragione. I risultati parlano di tachiaritmia, di un’ accelerazione improvvisa dei battiti, tesi opposta rispetto a quella iniziale, ovvero che il calciatore fosse morto per bradiaritmia, con il cuore che avesse rallentato pian piano fino a fermarsi. Si sarebbe quindi salvato se avesse condiviso la camera con qualcuno che poteva dare l’allarme.Ai nostri microfoni, ne aveva parlato, già lo scorso 10 marzo il dottor Giuseppe De Martino.
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