Movimentata e tesa la seduta di consiglio comunale andata in scena ieri a Cava de’ Tirreni e dedicata ad un delicatissimo argomento: l’abusivismo edilizio e il destino di 19 immobili giŕ acquisiti al patrimonio dell’ente, per i quali esistono sentenze di abbattimento passate in giudicato. Per 12 di essi č stata riconosciuta l’esistenza del preminente interesse pubblico. Le dodici costruzioni saranno destinate a scopo di social housing. Tre, invece, dovranno finire sotto i colpi delle ruspe. Per gli ultimi quattro immobili rinviato il voto in attesa di verificare se sia ipotesi reale quella dik una sanatoria.
Ieri in aula anche gran parte del popolo degli abusivi in prede a sentimenti vibranti: esasperazione, rabbia, senso di impotenza. In un clima teso fino alla spasimo si č innestato il confronto consiliare. Il Pd annuncia la decisione di non votare perché non messo in condizione – spiega il capogruppo Servalli – di esaminare i documenti. In particolare il ricorso in Cassazione – ipotizzando l’illegittimitŕ – da parte del magistrato competente per alcuni provvedimenti del consiglio adottati nel dicembre del 20102 ed in cui si dichiarava l’interesse pubblico per alcune case abusive>>. Sulla stessa lunghezza d’onda Rifondazione Comunista. Mentre l’ex sindaco Gravagnuolo annuncia voto contrario alla dichiarazione di preminente interesse pubblico e si, invece, alle pratiche di coloro che chiedono la sospensione in attesa del pronunciamento del Tar o del Consiglio di Stato.
Alfieri, Monetta e del vecchio invocano l’acquisizione al patrimonio comunale di tutti gli immobili abusivi dal 2003, secondo un ordine cronologico. Se la maggioranza fa quadrato attorno al primo cittadino, l’esponente del Pdl Matteo Monetta non manca di evidenziare il suo punto di vista: il problema abusivismo – dice – č stato affrontato con superficialitŕ da una filiera istituzionale di centrodestra che egli etichetta come assente.
Alla fine il consiglio vota: 17 i si. Pd e Rifondazione abbandonano l’emiciclo