In campo a lavorare. Con tutti i giocatori da osservare, perchè questo è il periodo più difficile, quello delle scelte, quello per capire di chi fidarsi e con chi andare avanti. Salvatore Campilongo è entrato sul rettangolo verde e ha però dovuto ritardare l’inizio dell’allenamento con i suoi giocatori, chiamato a gran voce dal pubblico presente nel settore distinti. Più di mille sostenitori presenti, alcuni gli hanno chiesto di baciare lo stemma nocerino, un gesto goliardico dovuto al suo passato in altre piazze, ma poi gli hanno soprattutto chiesto impegno e cambio di rotta per arrivare alla salvezza. Il faccia a faccia è proseguito, alla presenza anche del presidente Citarella, non del diesse Pastore aspramente criticato con cori molto pesanti a suo indirizzo, al termine dell’allenamento. Quindi la conferenza stampa (seguila in A tutto calcio o nello speciale post trasmissione), e dopo ancora momenti di tensioni all’uscita del presidente in auto con Pastore.
Ma ecco il servizio che dipinge Sasà Campilongo così come l’abbiamo conosciuto noi negli ultimi anni da calciatore e nella sua carriera di allenatore.
La ricerca del gol è stato sempre il suo obiettivo principale, da calciatore prima e da allenatore poi. Sasà Campilongo eredita da un altro attaccante nato qual è Gaetano Auteri una panchina che scotta, quella di una Nocerina che ha chiuso il girone di andata con il peggior ruolino di marcia e costretta ad inseguire le avversarie per evitare la retrocessione in terza serie.
Ha la stessa età di Auteri, 50 primavere, il nuovo allenatore dei molossi e dovrà lottare contro lo scetticismo generale del pubblico di fede rossonera che se l’è ritrovato spesso di fronte in passato sia da giocatore che da quando è diventato tecnico.
La scheda di Campilongo da allenatore parla chiaro. I risultati migliori li ha ottenuti in serie C, per la verità li ha conquistati in una sola piazza, quella di Cava de Tirreni dove, insieme al diesse Nicola Dionisio, creò praticamente dal nulla la super formazione aquilotta dei vari Schetter, Tatomir, oggi suo secondo in panca, D’Amico, Cipriani e soprattutto il compianto Lello Mari. Quella Cavese dava spettacolo con un 4-3-3 offensivo ma giudizioso, che subiva pochi gol e ne realizzava il giusto.
Il divorzio dagli aquilotti non fu indolore, con passaggio all’odiato Foggia, proprio la squadra su cui si erano infranti i sogni della Serie B per
Persona schietta, sanguigna, uomo di campo Salvatore Campilongo, che si è poi guadagnato
Quindi l’anno scorso, nello stesso giorno in cui è stato ingaggiato dalla Nocerina, fu chiamato al capezzale del Frosinone dal presidente Stirpe. Un tonfo clamoroso, con annesso ultimo posto e conseguente retrocessione.
Ha aspettato la chiamata giusta Campilongo, c’era il Sorrento in pressing che avrebbe voluto mettere le basi per un futuro radioso con il trainer napoletano, ma l’ex Cavese ha atteso che qualche società di B tornasse a farsi viva.