Notte scura. notte fonda. Questo il titolo per descrivere il momentaccio della Nocerina.

Il sogno salvezza in Serie B si allontana e neanche il cambio di allenatore o la forte presa di posizione, leggi sciopero, dei tifosi della curva, cuore pulsante del sostegno alla squadra, ha portato quell’iniezione di fiducia, quella ventata di freschezza che tutti si sarebbero augurati.

La Nocerina è in balia delle onde, inerme di fronte agli avversari, seppur più forti in questa occasione, perché il Sassuolo non è lassù in classifica per caso, senza neanche lo spirito combattivo di reazione che dovrebbe vedersi dopo uno schiaffo preso, qual è stato quello subito da Sansone, uno che i capelli non ha assolutamente voglia di tagliarli per agguantare la serie A, con o senza i neroverdi.

E’ una Nocerina desolante quella vista in campo per la prima di ritorno, e anche il San Francesco è sembrato uno stadio triste, brutto, non solo per l’assenza del pubblico nel settore curva, ma perché zittito dalla prestazione macabra dei rossoneri, neanche dalla tribuna e dai distinti sono riusciti a spingere Bruno e soci. Stavolta non ce l’hanno fatta. E pensare che i tifosi rossoneri, nei momenti di difficoltà, sono sempre venuti fuori facendo la differenza, trascinando i giocatori e trasformandoli in molossi, come dovrebbe essere sempre.

L’analisi della sfida con il Sassuolo è presto fatta. Campilongo non voleva perdere al debutto ed ha disegnato una Nocerina con il baricentro basso, con Farias allontanato dalla porta di parecchi metri, Bolzan a fare il quarto centrocampista più che l’attaccante aggiunto e lasciando Plasmati al suo destino in prima linea. Un 4-5-1 iper difensivo. In pratica Campilongo ha cercato di dare una mentalità più accorta alla squadra, rispetto al “tutti avanti” utilizzato dal predecessore Auteri. Il risultato è stato pessimo. La squadra è sembrata snaturata nella sua conformazione, ha subito comunque parecchio perché ha lasciato il campo agli avversari, ed ha impegnato il portiere avversario soltanto due volte in tutto il match, con il colpo di testa di Rea e con un tiro scarponato di Castaldo nella ripresa. Certo, Campilongo dirà che il gol sconfitta è arrivato da una buona punizione con la barriera che si è aperta all’improvviso, ma questo non può essere una scusante.

Se la salvezza passa dal San Francesco, è assurdo pensare di non giocarsela a viso aperto almeno per un tempo contro qualsiasi avversario, perché perdere uno a zero ha lo stesso effetto del perdere per 3 o 4 a 2. non cambia nulla in classifica.

La sterzata che ci aspettavamo non è arrivata. E la sensazione è che neanche altri tre-quattro arrivi di qualità potranno cambiare le cose nel breve tempo. Pessimismo cosmico? Forse c’è anche quello in un momento di scoramento come quello che sta attraversando il tifoso della Nocerina.

Cosa resta da fare? Beh, stare vicini alla bandiera, alla maglia rossonera, specie in questo periodo, sarebbe il passo di maturità ulteriore che il pubblico nocerino possa fare, poi per tirare le somme di tempo ce n’è.

Ma dalla prossima urge una reazione, altrimenti questa di Serie B per le due Nocera sarà stata una semplice comparsata…

 

Share.

Circa l'autore

Leave A Reply