Questo pomeriggio, il sindaco di scafati Pasquale Aliberti è stato ascoltato dalla Commissione regionale d’Inchiesta Anticamorra, dopo la sua richiesta di conferire sui beni confiscati al clan Galasso, Sorrentino e al Sig. Vincenzo Nappo, a seguito delle polemiche sollevate dall’opposizione sul mancato inserimento nel piano triennale delle opere pubbliche del progetto teso a riqualificare la struttura di via Aquino.
“Ho chiesto personalmente l’incontro con la commissione d’inchiesta anticamorra, per raccontare il percorso attraverso il quale questa amministrazione ha confiscato l’immobile di proprietà del Sig. Nappo e ha gestito l’assegnazione dopo la confisca dell’ immobile del clan Sorrentino, nonché per richiedere un intervento da parte della Regione, finalizzato alla realizzazione di un progetto di valorizzazione per la struttura del clan Galasso.
In Commissione ho spiegato l’iter che ha caratterizzato l’immobile di via Aquino,rientrato nel 2010 nel finanziamento del Ministero dell’Interno di 200 mila euro per la realizzazione dei centri di aggregazione per i giovani denominati ‘You and me’, evidenziando le criticità che oggi non ci consentono di utilizzare quella struttura per questo fine. Non avendo, infatti, il Comune più capacità di indebitamento, non è stato possibile inserire l’opera nel piano triennale delle opere pubbliche, né nel Più Europa, non rientrando l’immobile nell’area perimetrale.
Successivamente, mediante delibera di Giunta n.145 del 18 maggio 2011, si è stabilito di prevedere, per l’immobile in questione, una diversa progettualità, da presentare all’interno del PON FESR ‘Sviluppo de Territorio – Obiettivo operativo 2.5’, al fine di acquisire i fondi necessari per la realizzazione della stessa.
Relativamente all’immobile di proprietà del Sig.Nappo, che acquistò l’area di S.Pietro, dove ricadeva già un finanziamento di un milione e mezzo di euro per la realizzazione di un centro sociale al servizio di giovani ed anziani, ho raccontato come tutto ciò avvenne nell’assoluta indifferenza della precedente amministrazione. La stessa, in cinque anni, non è arrivata a concludere la procedura espropriativa a causa di errori procedurali, consentendo, forse per distrazione, la realizzazione di un’opera abusiva nel cuore della città e rischiando addirittura di perdere il finanziamento. Solo grazie all’intervento della mia amministrazione si è arrivati a confiscare il bene e ad avviare i lavori per il centro sociale al servizio di quella parte di territorio. E’ di oggi, la notizia della notifica della sentenza del Tar che da ragione al Comune relativamente ai vari ricorsi avanzati da Sig. Nappo, sia riguardo all’espropriazione sia alla confisca del bene, dichiarando la indisponibilità e infondatezza degli stessi, così come della sua richiesta di risarcimento danni. Dimostrazione chiara, che se c’è la volontà politica, gli obiettivi, anche quelli più difficili, possono essere raggiunti. Alla commissione, inoltre, ho avanzato tre richieste:
-Relativamente all’immobile confiscato al clan Galasso, oggi, occupato in parte dalla Guardia di Finanza,ho chiesto alla Regione di intervenire affinchè parte della struttura sia restituita alla città attraverso un progetto di valorizzazione che rappresenti il simbolo della Camorra sconfitta dallo Stato;
-Per la proprietà di via Aquino, ho chiesto di valutare la possibilità di individuare nel bilancio regionale eventuali risorse da destinare all’immobile per finalità sociali;
-Infine, di far luce, nel periodo compreso tra il 2003 e il 2008, sui processi amministrativi e le decisioni politiche che hanno favorito un abuso e rischiato di far perdere il finanziamento regionale destinato alla realizzazione del centro sociale a S.Pietro.