Bisognerà attendere il pomeriggio di mercoledì prossimo per capire se l’ordigno bellico rinvenuto nel cantiere del Crescent di Salerno dovrà essere disinnescato o fatto brillare sul posto. Intanto da ieri sera, 91 famiglie, circa 300 persone, hanno dovuto lasciare in via precauzionale le loro abitazioni. La bomba di 500 libbre di fabbricazione inglese, risalente al secondo conflitto mondiale, rinvenuta mercoledì scorso dagli operai che sono impegnati nei lavori di riqualificazione urbana di un’area della costa del capoluogo, è venuta alla luce da una profondità di dieci metri. L’ordigno è munito di un doppio innesco, uno dei quali a tempo. Per questo motivo gli artificieri del 21 Reggimento Genio Guastatori di Caserta hanno deciso di inertizzarla per 144 ore. Si deciderà il da farsi solo dopo che sarà trascorso questo periodo di tempo. Le circa trecento persone che hanno lasciato casa hanno trovato ospitalità presso familiari e amici. Solo un nucleo familiare composto da sei persone è stato ospitato dalla Protezione Civile del Comune di Salerno. La zona rossa è racchiusa in un raggio di 250 metri, ed è presidiata 24 ore su 24 dalle forze dell’ordine. Evacuate anche le sedi della Capitaneria di Porto, della sezione operativa navale delle Fiamme Gialle e della Polizia doganale, ospitate in alcuni ambienti della Prefettura di Salerno, dove da ieri pomeriggio si è insediato il Ccs (Centro Coordinamento Soccorsi). Off-limits anche il tratto di mare in un raggio di circa 500 metri. Se la bomba dovesse essere fatta brillare sul posto l’attuale zona rossa potrebbe un ampliamento. Problemi anche per lo scalo marittimo, dove è stata bloccata l’attività, nel bacino compreso tra il molo 3 gennaio e il molo Manfredi. Fermi i pescherecci e anche quei diportisti che hanno le imbarcazioni ormeggiate nella zona. Gli imbarchi dei traghetti per Capri ed Ischia sono stati dirottati nel porto turistico Masuccio Salernitano.