Ventiquattro persone, tra cui undici componenti del consiglio di amministrazione di un istituto bancario di Fisciano, nel Salernitano, due direttori pro-tempore, un cassiere, ed il responsabile di una filiale, sono state denunciate, a vario titolo, in stato di libertà per usura, estorsione, esercizio abusivo dell’attività finanziaria e violazioni in materia di antiriciclaggio. L’operazione investigativa, condotta dalla Guardia di Finanza del comando provinciale di Salerno, diretto dal generale di brigata Salvatore De Benedetto, ha avuto origine da una denuncia presentata da una imprenditrice salernitana, rimasta vittima del proprio commercialista, già presidente del Collegio sindacale della Cassa Rurale ed Artigiana di Fisciano Banca di Credito Cooperativo S.c.r.l. che, approfittando del suo stato di bisogno anche per le esposizioni bancarie contratte con la Cassa Rurale, a fronte di prestiti erogatigli per quasi 190 mila, l’aveva indotta a sottoscrivere una promessa di vendita dei propri cespiti immobiliari, del valore di circa 300 mila euro. Le indagini, coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Salerno, hanno permesso di scoprire che il commercialista, oltre ad aver gestito di fatto la società facente capo all’imprenditrice, avrebbe anche gestito i rapporti bancari tanto dell’impresa quanto della stessa imprenditrice, agendo però senza alcuna delega o procura. L’uomo dovrà rispondere di estorsione aggravata. Dalle successive indagini, inoltre, sono emerse ingenti movimentazioni bancarie eseguite dal soggetto usuraio di gran lunga inferiori alle sue fonti reddituali dichiarate al fisco. Inoltre, dallo sviluppo dei dati bancari riferiti al periodo 2006 – 2009, i militari del Gruppo delle fiamme gialle hanno proceduto alla contestazione di numerose operazioni in denaro contante superiore al limite consentito per la libera circolazione, in violazione della legge antiriciclaggio, e quantificate in oltre 22 milioni di euro. L’usuraio aveva movimentato i conti correnti per circa 100 milioni di euro anche attraverso il meccanismo del "giro di assegni", perpetrato con e a beneficio di altri soggetti, favoriti dall’assenza di ogni controllo da parte della banca che aveva l’obbligo di segnalare alla Banca d’Italia ogni operazione ritenuta irregolare. Per questo motivo sono state denunciate in stato di libertà : sei persone che avrebbero esercitato abusivamente l’attività finanziaria; un cassiere, undici componenti del Consiglio di Amministrazione pro-tempore della Banca; 2 direttori generali pro-tempore; un preposto della filiale sede della Banca; tre componenti del Collegio sindacale pro-tempore dell’intermediario bancario. Infine, per il fatto che la banca non aveva proceduto alla segnalazione alla Banca d’Italia delle operazioni sospette, le fiamme gialle hanno eseguito un’attività amministrativa nei confronti di un direttore generale e del responsabile della filiale, in pratica nei confronti della stessa banca (ritenuta responsabile solidale delle violazioni), conclusasi con l’accertamento e la contestazioni di violazioni alla normativa antiriciclaggio per un ammontare complessivo di 44,5 milioni di euro.