In data 13-10-2012 è stato discusso e sottoscritto l’atto costitutivo per la nascita del comitato FSL, su iniziativa spontanea di alcuni cittadini, avente come scopo la riattivazione della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro. Tale tratta fu sospesa dal servizio nel 1987 e oggi risulta effettuata da autoservizi sostitutivi. Il comitato si propone di organizzare attività a sostegno della riapertura della linea ferroviaria SL,  partecipare a convegni e tavole rotonde di discussione sulle tematiche inerenti le finalità del Comitato stesso, promuovere iniziative utili (anche in collaborazione con RFI) alla sensibilizzazione delle istituzioni e della pubblica opinione circa l’utilità del trasporto ferroviario, in particolare, nel Vallo di Diano e nel Lagonegrese.  Si cercherà inoltre di divulgare la storia della linea ferroviaria SL e le iniziative attraverso il sito di cui il comitato è dotato, raggiungibile all’indirizzo www.sicignanolagonegro.blogspot.com  . E’ disponibile un’e mail ufficiale a cui si potrà scrivere per informazioni e notizie: comitatoproferrovia@email.it  e tramite la quale si può aderire. L’adesione è aperta anche alle associazioni.


Il comitato è presieduto dal dott. Rocco Panetta, in carica di presidente onorario, e dal consiglio direttivo composto dai fondatori Roberto De Luca, Rocco Della Corte, Giuseppe Verga. Il primo comunicato ufficiale si apre con una riflessione che parte dalle parole del maestro De Andrè: 
“Prima pagina venti notizie, ventuno ingiustizie e lo stato che fa? Si costerna, si indigna, si impegna e poi getta lo spugna con gran dignità”. Sembra la fotografia al tempo di oggi, con la popolazione istruita ai sacrifici e la soppressione dei servizi di base mentre emergono scandali riguardo sperpero di danaro pubblico. Vista così, non sembrerebbe una pretesa assurda chiedere il ripristino di una linea ferroviaria importante per far uscire dall’isolamento un’intera area turistico – pendolare come il Vallo di Diano, a 70 km dall’alta velocità (stazione di Salerno). Giustificare il mancato ripristino per la mancanza di fondi è ormai poco credibile, visti gli sprechi a cui il governo ha dovuto mettere mano e quelli che imperterriti si continuano a consumare. 

Per chi si chiede se sia fattibile o meno un ripristino, esistono delle cifre con margine di errore minimo sui costi necessari alla riattivazione. Dallo studio di RFI/1999 emerse che servivano 60 mld di lire per il tratto Sicignano – Casalbuono e 40 mld per il tratto Casalbuono – Lagonegro (circa 50 milioni di euro). Premesso che sono aumentate le spese potrebbero bastare 100 milioni di euro per l’intera linea. Utilizzando, come già avvenuto in Bosnia e Kosovo, il Battaglione Armamento e Ponti del Genio Ferrovieri, per i lavori di propria competenza, basterebbero 55 milioni di euro (1 milione/km) per riaprire i primi 55 km (tratta funzionale) fino a Montesano sulla Marcellana, mentre per gli altri 23 km da Montesano a Lagonegro, esagerando con una spesa di 2 milioni/km, occorrono altri 46 milioni di euro per un totale 101 milioni di euro. Non è un investimento colossale, considerando anche come ormai si investa nei trasporti su ferro soprattutto per l’Alta Velocità. E collegare il Vallo di Diano a Salerno, capolinea dei Freccia Rossa e delle nuove corse di NTV, non sarebbe cosa sgradita. Ultimamente la vicina tratta a binario unico Foggia-Potenza, di 110 km, verrà elettrificata e munita di una variante di tracciato per una spesa complessiva di 200 mln di euro. Facendo il paragone con la Sicignano-Lagonegro, lunga ‘appena’ 78 km, si può orientativamente quantificare il costo necessario, considerando tuttavia con criterio i danni di’incuria e mancata manutenzione dal 1987. 
comunicato stampa

 

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