"Non sono arrivato a Napoli per fare di più di Maradona. Sono arrivato qui per entrare nel cuore della gente e lasciare un segno nella storia della mia società. Lo scudetto? Non è un sogno così lontano. Le squadre che vengono prima di noi sono raggiungibilissime. Diciamo che io e la mia squadra siamo sul pezzo". Così, il calciatore uruguaiano e attaccante della squadra partenopea, in un’intervista al settimanale "Chi", sul numero in edicola domani. Intervistato dal direttore Alfonso Signorini, il calciatore posa con il figlio Bautista e la moglie Sole in attesa del loro secondogenito, che chiameranno Lucas. "Per me – dice – è un periodo eccezionale e di questo devo ringraziare in primo luogo la mia famiglia. E’ qui che trovo tutta la forza di cui ho bisogno: nella dolcezza di mia moglie, nell’allegria di mio figlio. E in Gesù, il mio idolo. La nostra vita deve essere indirizzata a Dio. Lui ci riempie di talenti e noi dobbiamo impegnarci per metterli in mostra, per noi e per rendere testimonianza della sua grandezza. Quando sono sul campo voglio vincere a tutti i costi, fatico a digerire le sconfitte: nella vita si può essere miti come colombe, ma in campo noi calciatori dobbiamo essere aquile. Io studio per questo". El matador parla poi della sua lontananza dai cliché dei calciatori: "Mai corteggiato una dello spettacolo. Non le conosco. Sono stato da Maria De Filippi solo perché mia moglie é una sua fan, ma, a differenza di tanti miei colleghi, non so distinguere una velina da una conduttrice. La Ferrari? Posso farne tranquillamente a meno. La PlayStation? Non mi entusiasma, preferisco passare il tempo libero nella natura: quando mi ritirerò tornerò in Uruguay e farò un lavoro a contatto con gli animali". Infine, sul suo calciatore preferito dice: "Quello che amo di più in assoluto è Batistuta. Ma è Gesù l’attaccante più forte nella storia di tutti i tempi".