"Oltre 300 lavoratori della riabilitazione motoria erogata dai centri privati sono a rischio in Campania". E’ quanto denuncia, in una nota, il consigliere Corrado Gabriele che questa mattina ha partecipato ad una conferenza in Consiglio regionale alla presenza di decine di lavoratori masso-fisioterapisti. "Alcuni sono stati licenziati, come il caso dei 20 dipendenti del Centro Studi della Scoliosi con sede a Miano, molti altri licenziati da tempo sono stati costretti ad aprirsi una partita iva per poter lavorare con i centri privati – spiega – Il tutto deriva da una norma, il decreto 64 del 26 settembre 2011 a firma del Commissario ad acta della sanità Stefano Caldoro, che nel ridefinire i requisiti di personale per presidi di assistenza specialistica ed ambulatoriale intra ed extra ospedalieri, accreditati o provvisoriamente accreditati nell’erogazione di interventi terapeutici e funzionali semplici, prevede fra i ‘professionisti della riabilitazione’ solo i fisioterapisti e i logopedisti ed esclude invece la figura dei masso-fisioterapisti, facendo così lievitare i costi dei singoli interventi, con indubbio vantaggio per le casse dei centri privati e un netto incremento dei costi per utenti e contribuenti". "E’ questa la politica dei tagli e del risanamento dei conti pubblici della sanità?", si chiede il consigliere Gabriele che documenta di come il costo degli interventi sia raddoppiato: "Per fare un esempio un intervento di rieducazione motoria per un post trauma femorale che prima costava mediamente 25 euro per singola seduta domiciliare, oggi costa alla Regione mediamente 48 euro a seduta e dunque un ciclo minimo di dieci interventi post trauma lievita da 250 a 480 euro tutto a carico del bilancio regionale e con tutto vantaggio dei centri privati". "A fine novembre il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità ed alla presenza del presidente Caldoro, un ordine del giorno in favore dell’inserimento delle figure professionali dei masso-fisioterapisti – conclude – ora è il caso che il presidente Caldoro nella sua qualità di Commissario ad acta provveda alla modifica del decreto 64/2011, salvando così posti di lavoro e facendo fare un bel risparmio alla sanità regionale".