I finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Agropoli, coordinati dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per “equivalente”, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Vallo della Lucania, nei confronti di un geometra di Agropoli (SA) che dal 2001 non ha mai presentato una dichiarazione fiscale e che, dal 2006 al 2012, ha occultato redditi per 2 milioni di Euro, evaso Iva per 250.000 Euro ed IRAP per 90.000 Euro.
L’esecuzione della misura cautelare reale deriva dallo svolgimento di articolate indagini patrimoniali svolte dalle Fiamme Gialle di Agropoli in seguito alla conclusione di articolate attività ispettive nei confronti del professionista “evasore totale”, scaturita da una precedente verifica fiscale condotta nei confronti di una ditta individuale dichiaratamente operante nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi e che, parimenti, non aveva mai presentato dichiarazioni fiscali.
La verifica fiscale eseguita nei confronti della ditta aveva permesso di accertarne la sua inattività, in quanto i ricavi non dichiarati al fisco provenivano, di fatto, dall’affitto (sine titulo) di locali destinati all’esercizio di attività commerciali siti nel comune di Agropoli (SA), in realtà riconducibili al geometra, che con questo stratagemma occultava i redditi derivanti dall’incasso dei canoni, a cui provvedeva personalmente, curando i rapporti con i locatari degli immobili.
Il titolare della ditta, che ha operato come “prestanome” del professionista, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania (SA) per i reati di emissione di fatture false ed occultamento delle scritture contabili.
La successiva verifica fiscale eseguita nei confronti del professionista – che non ha esibito la documentazione contabile – ha richiesto il ricorso a complesse indagini finanziarie e controlli nei confronti di numerosi clienti operanti nelle provincie di Salerno e Potenza, che hanno consentito di determinare analiticamente l’ammontare complessivo dei redditi sistematicamente occultati al Fisco e quantificare l’imposta sul valore aggiunto evasa in 7 anni.
Dagli accertamenti bancari è emerso che il professionista non era intestatario di conti correnti, per cui incassava i suoi compensi tramite operazioni extra-conto eseguite presso gli sportelli bancari di ben 11 istituti di credito.
Sulla scorta dei risultati delle attività ispettive e delle successive indagini patrimoniali, che hanno permesso di accertare la comproprietà di un cospicuo compendio di immobili da parte del professionista, a seguito della richiesta formulata dal Pubblico Ministero il G.I.P. del Tribunale di Vallo della Lucania (SA) ha disposto il sequestro preventivo su beni del valore di 805.000 Euro, pari alle imposte evase, a garanzia dei crediti erariali.
La misura reale è stata applicata dalla Guardia di Finanza sulle 28 unità immobiliari (appartamenti, locali commerciali, depositi, terreni, ecc.) site nel comune di Agropoli e Capaccio (SA) di proprietà del geometra, che è stato segnalato all’Autorità giudiziaria per l’omessa presentazione delle dichiarazioni e per la sottrazione delle scritture contabili.
Il sequestro è stato reso possibile dall’applicazione della norma che – introdotta con la legge finanziaria per il 2008 (legge 24 dicembre 2007, n. 244) – estende anche ai reati tributari la c.d. “confisca per equivalente”, ossia la possibilità, qualora non si possa procedere alla confisca dei beni che costituiscono il diretto profitto del reato, di “aggredire” comunque i beni di cui il reo abbia la disponibilità, per un valore corrispondente al suddetto profitto.
L’operazione si inquadra nell’ambito del piano di intensificazione dei controlli fiscali avviato dai Reparti del Corpo nei confronti dei professionisti, eseguiti facendo ricorso allo strumento delle indagini finanziarie con l’obiettivo di individuare quei contribuenti che sistematicamente sottraggono al fisco, in tutto o in parte, i corrispettivi incassati.