"Non si può fare di Cosentino né un trofeo né un mostro. Siamo garantisti, convinti che un cittadino sia innocente sino a sentenza definitiva e che le liste non può farle la magistratura". Lo afferma Mara Carfagna in un’intervista al Mattino aggiungendo però che sul caso dell’ex sottosegretario "il partito non poteva non ascoltare l’opinione pubblica che chiede una classe dirigente al di sopra di ogni sospetto". L’ex ministro sottolinea che nella scelta del Pdl non è stata seguita "la pancia dell’opinione pubblica", quella che invece, spiega, "sbagliando, ascoltammo mandando in carcere Papa per una custodia cautelare di cui, come ha detto la Cassazione, non c’erano i requisiti". "Avessimo pensato ai voti, Cosentino sarebbe in lista – prosegue -. Una commissione ha selezionato le candidature ritenendo la sua non opportuna e quella di Cesaro sì". Al Partito Democratico Carfagna risponde di fare attenzione a fare "le pulci" al Pdl: "Anche nel Pd ci sono persone con qualche problema con la giustizia. Come Rosaria Capacchione". L’ex ministro non vuole leggere le parole di Cosentino in conferenza stampa come "minacce". Non condivide "il giudizio su Alfano", "ottimo segretario che si batte per far crescere il partito in un momento drammatico per la politica". Sulle affermazioni rivolte a Bocchino, invita a chiedere al diretto interessato. In Campania Carfagna auspica l’uscita dalla gestione commissariale: "Dopo il voto, il partito deve affrontare un confronto anche duro ed esprimere un suo coordinatore. Un campano perché un commissario, chiunque sia, non potrà mai conoscere a fondo le dinamiche di partito e territorio. La composizione delle liste, non rispettosa degli equilibri esistenti, lo dimostra".