Un impulso importante all’operazione denominata Mastrolindo è stato dato dalla task force dell’Inps. Gli ispettori dell’istituto di previdenza, grazie ad un sofisticato sistema interno, hanno potuto intercettare il fenomeno che, da una iniziale fase concentrata su poche aziende, è via, via, lievitato fini ad individuare ben 23 aziende, con registrazioni di assunzioni fino a  9.500 lavoratori. Lo si evince da un comunicato ufficiale dell’Inps, firmato dal direttore provinciale Gabriella Zaccaria, che parla di un indagine tra le più importanti condotta nel settore delle truffe ai danni dell’INPS. Innanzitutto perché per la prima volta è stato accertato un fenomeno di così elevate proporzioni in un settore diverso dall’agricoltura, in questo caso imprese di pulizie e terziario; le aziende sono risultate quasi tutte  anche fisicamente inesistenti; i presunti lavoratori sono risultati in gran parte ex braccianti agricoli, ai quali erano stati già annullati precedenti rapporti di lavoro; per la prima volta gli arrestati sono tutti professionisti incensurati, con al centro un ente di patronato locale, il cui titolare, unitamente ad altri familiari, sono risultati coinvolti; le indagini sono state condotte con l’estrazione di migliaia di dati in formato elettronico, cosa che si è rivelata determinante per i tempi di durata  delle indagini, concluse in appena nove mesi, con responsabilità riconducibili ai tracciati informatici. A 62 milioni di Euro ascende il valore dei patrimoni posti sotto sequestro,  a fronte delle prestazioni indebitamente corrisposte, per le quali l’amministrazione ha già posto in essere gli atti di recupero. Il tutto ebbe inizio con l’individuazione di migliaia di domande di disoccupazione, presentate all’Inps di Nocera Inferiore lo scorso anno, da soggetti risultati tutti alle dipendenze di imprese del settore terziario, prevalentemente imprese di pulizie e facchinaggio. Il numero di tali domande ebbe a raggiungere  la quota di ben 5.500 nel giro di poche settimane nel solo mese di gennaio 2012. Un dato abnorme che insospettì l’ente previdenziale che denunciò il tutto alla procura della Repubblica. Il risultato è arrivato nove mesi dopo con l’arresto di tredici persone ed il sequestro dei beni.                                                                                            

 

 



LA LETTERA:

L’indagine istruttoria conclusa oggi è il coronamento di un’attività investigativa avviata nel mese di aprile 2012 e condotta dalla Sezione di Polizia Giudiziaria dei Carabinieri di Nocera Inferiore, coordinata dal Sost. Procuratore  Dott. Roberto Lenza, in sinergia con Ispettorato del Lavoro di Salerno e Ispettori INPS della Task Force Regionale. Il tutto ebbe inizio con l’individuazione di migliaia di domande di disoccupazione, presentate all’Inps di Nocera Inferiore lo scorso anno, da soggetti risultati tutti alle dipendenze di imprese del settore terziario, prevalentemente imprese di pulizie e facchinaggio. Il numero di tali domande ebbe a raggiungere  la quota di ben 5.500 nel giro di poche settimane nel solo mese di gennaio 2012. Gli “anticorpi “, di cui il sistema interno è dotato, hanno permesso di intercettare il fenomeno che, da una iniziale fase concentrata su poche aziende, è via, via, lievitato fini ad individuare ben n. 23 aziende, con registrazioni di assunzioni fino a  N. 9.500 lavoratori, grazie all’intervento diretto di intelligence della Direzione Generale INPS. L’indagine si può certamente definire come una delle più importanti operazioni di Polizia Giudiziaria condotta nel settore delle truffe ai danni dell’INPS, per i seguenti motivi: per la prima volta è stato accertato un fenomeno di così elevate proporzioni in un settore diverso dall’agricoltura; le aziende sono risultate quasi tutte  anche fisicamente inesistenti; i presunti lavoratori sono risultati in gran parte ex braccianti agricoli, ai quali erano stati già annullati precedenti rapporti di lavoro; per la prima volta gli arrestati sono tutti professionisti incensurati, con al centro un ente di patronato locale, il cui titolare, unitamente ad altri familiari, sono risultati coinvolti; le indagini sono state condotte con l’estrazione di migliaia di dati in formato elettronico, cosa che si è rivelata determinante per i tempi di durata  delle indagini, concluse in appena nove mesi, con responsabilità riconducibili ai tracciati informatici. A 62 milioni di Euro ascende il valore dei patrimoni posti sotto sequestro,  a fronte delle prestazioni indebitamente corrisposte, per le quali l’amministrazione ha già posto in essere gli atti di recupero.                                                                                            A FIRMA DEL DIRETTORE  PROVINCIALE INPS    

Dr.ssa  Gabriella Zaccaria 

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