Giuseppe De Mita, candidato alla Camera dei Deputati nel Collegio Campania 2 per la lista dell’Unione di Centro, ha incontrato questa mattina una rappresentanza delle associazioni studentesche presso l’Università degli Studi di Salerno. Nel corso dell’incontro numerosi spunti sono arrivati dagli studenti presenti che hanno posto domande e suggerito analisi in merito all’attuale quadro politico e alla prospettiva futura rispetto alla crescita, lo sviluppo, l’università e l’occupazione.

“Il vero segno di difficoltà di questa campagna elettorale – ha dichiarato Giuseppe De Mita – è la circostanza che quasi metà della popolazione italiana non si riconosce nell’attuale quadro politico. L’abbiamo affrontata come se le ragioni della crisi non vi fossero, come se il presidente Monti non fosse arrivato al governo per una situazione emergenziale. In un sistema bipolare fisiologico, andato in crisi il governo, il Presidente della Repubblica avrebbe dovuto indire le elezioni ma Napolitano non l’ha fatto perché si è reso conto che se la campagna elettorale fosse stata fatta su di un’impostazione bipolare astratta, avremmo avuto un risultato non troppo diverso da quello della Grecia”.

“Mi pare imbarazzante – ha continuato De Mita – che si evochi il voto utile in una condizione in cui chi prende la maggioranza relativa rappresenterà in realtà meno del 20% del Paese. La governabilità è un problema, ma non può essere svincolato dalla rappresentanza. Se si dovesse definire una maggioranza chiusa in un perimetro e non in grado di intervenire sui problemi, avremo una enfatizzazione delle tensioni sociali con esiti imprevedibili”.

“Io ritengo che uno spazio di recupero esista – ha così concluso De Mita – La condizione di astensione o di protesta è fondata sulla circostanza che la politica non viene avvertita come credibile. Dobbiamo perciò recuperare la condizione di credibilità e di concretezza della politica. Il punto di partenza è dentro la rappresentanza delle comunità, e non rispetto all’individuo indistinto. La persona, fuori dalla dimensione comunitaria, è massa. La dimensione comunitaria è, invece, fatto costituitivo della rappresentanza. Che non è un ritorno al municipalismo, ma ne è la versione contemporanea, cogliendone una dimensione nuova che definisca un nuovo principio di solidarietà. Ci troviamo di fronte ad una situazione molto complessa, ma emergono elementi di novità che possono comunque, con il contributo di tutti e nella responsabilità, preludere ad una condizione migliore di quella attuale”. 

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