Linea d’ombra: l’ultimo atto del processo domani mattina. Nell’aula bunker del Tribunale di Nocera Inferiore la replica del Pubblico Ministero e le  eventuali contro repliche dei collegi difensivi. Subito dopo i giudici Allegro, Valiante e Giocoli si chiuderanno in camera di consiglio. Ufficialmente hanno previsto un ragionamento a porte chiuse per almeno 10 giorni, stante la volontà di procedere a «contestuale», cioè al deposito, insieme al dispositivo,anche delle motivazioni della sentenza, che sarà messa immediatamente a disposizioni delle parti che avranno, dunque, una manciata di giorni per elaborare eventuali istanze di appello. Grande attesa per le decisioni del Tribunale,che saranno trasmesse in diretta dalla nostra emittente.Iieri, nell’ultima udienza a disposizione dei legali per le arrighe, per la prima volta affrontato il nodo dell’aggravante camorristica. Lo ha fatto, in difesa di Antonio e Michele Petrosino D’Auria, l’avvocato Silvana D’Ambrosi, «malgrado – ha detto nel corso del suo intervento – non ci sia uno straccio di prova a supporto delle argomentazioni del pubblico ministero ». L’Avvocato D’Ambrosi ha invitato i giudici «a tenere suggestioni e sensazioni fuori dall’aula» e a basarsi «esclusivamente sui fatti». Fatti che «dimostrano l’assoluta inconsistenza dell’aggravante camorristica, sia nella forma dell’agevolazione, che del metodo», con i fratelli Antonio e Michele Petrosino D’Auria  spinti dentro l’indagine solo per dare forma forma camorristica all’indagine.  «Alberico Gambino ha danneggiato i D’Auria,ha spiegato, perchè autorizzato una variante urbanistica che consente la realizzazione di una strada (di asservimento all’area peep) che taglierà a metà il possedimento ex Criscuolo» . Sempre D’Ambrosi ieri ha chiesto l’assoluzione anche per il consulente del lavoro, Giuseppe Santilli. Prima di lei aveva preso la parola Giovanni Annunziata , co – difensore di Gambino, il quale ha rafforzato la richiesta di assoluzione sottolineando che «in tutti gli episodi di concussione contestati manca la controprestazione» , ribadendo grandi perplessità su alcuni mancati «approfondimenti investigativi» e, soprattutto, sulla credibilità del grande accusatore.

Michela Giordano
 

 

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