I finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Agropoli, coordinati dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania (SA), hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per “equivalente”, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Vallo della Lucania, nei confronti di un’imprenditrice edile segnalata all’Autorità Giudiziaria per omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali.

 

L’esecuzione della misura cautelare reale scaturisce dallo svolgimento di mirate indagini patrimoniali svolte dalle Fiamme Gialle conseguenti ad attività ispettive espletate nei confronti della titolare di una ditta individuale, con sede in Lustra (SA) ed operante principalmente ad Agropoli (SA), che nel biennio 2009-2010 non aveva presentato alcuna dichiarazione fiscale, occultando redditi per 520.000 Euro, evadendo Iva per 55.000 Euro ed IRAP per 27.000 Euro.

 

La verifica fiscale effettuata nei confronti della ditta, che ha permesso di ricostruire il volume d’affari complessivo dell’impresa, facendo emergere i redditi occultati al Fisco e l’imposta sul valore aggiunto e l’I.R.A.P. evasa nel biennio, scaturisce dall’analisi di dati relativi a bonifici effettuati da committenti di lavori di ristrutturazione che intendevano beneficiare delle agevolazioni statali (fino a giugno 2012, pari al 36 per cento, successivamente innalzate al 50 per cento).

 

In sostanza, nonostante l’impresa edile avesse eseguito i lavori e ricevuto regolarmente i relativi  bonifici dai committenti, per gli anni 2009 e 2010, non aveva provveduto alla presentazione delle relative dichiarazioni fiscali.

 

Pertanto, sulla scorta dei risultati delle attività ispettive e delle indagini patrimoniali, che hanno permesso di rilevare il patrimonio personale dell’imprenditrice, il G.I.P. del Tribunale di Vallo della Lucania (SA) ha disposto il nuovo sequestro preventivo su disponibilità finanziarie e nr. 5 unità immobiliari site in Lustra (SA), di valore pari alle imposte evase, a totale garanzia dei crediti erariali.

 

Il sequestro è stato reso possibile dall’applicazione della norma, introdotta con la legge finanziaria per il 2008, che estende anche ai reati tributari la c.d. “confisca per equivalente”, ossia la possibilità, qualora non si possa procedere alla confisca dei beni che costituiscono il diretto profitto del reato, di “aggredire” comunque i beni di cui il reo abbia la disponibilità, per un valore corrispondente al suddetto profitto.

 

L’imprenditrice denunciata era già stata oggetto di indagini, sempre svolte dai militari di Agropoli che, nel 2011, permettevano di sventare un’ingente truffa ai danni della Comunità europea, connessa all’erogazione di fondi per 1,2 milioni di Euro per la realizzazione di un nuovo impianto per la lavorazione di prodotti ittici, nonché la connessa frode fiscale derivante dall’occultamento di materia imponibile per 5 milioni di Euro e dall’annotazione di fatture false per 2 milioni di Euro.  

 

In particolare tale operazione aveva portato complessivamente alla denuncia di 10 responsabili, al sequestro di beni immobili, autovetture e disponibilità finanziarie per 750.000 Euro.

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