Ecco la lettera a firma delle R.S.U. dell’Alcatel-Lucent Battipaglia

Come muore un’azienda. E’ la fine del polo tecnologico Alcatel-Lucent di Battipaglia:

 

 

Il colpo di grazia. Come altro si può definire l’ennesimo atto della multinazionale Alcatel-Lucent diretto all’ultimo presidio esistente nel sud-Italia che ancora (per poco) può fregiarsi del prestigioso logo francoamericano? Parliamo del sito Alcatel-Lucent di Battipaglia, o almeno di ciò che ne rimane. Prestigioso, certo: sotto la stessa bandiera si annoverano i Bell Labs negli Stati Uniti, migliaia di brevetti, 75000 dipendenti in 140 paesi. Un tempo presente in Italia con decine di stabilimenti, oggi ridotta ad uno scheletro informe. Nei primi anni ’90, nei due siti di Salerno e Battipaglia, la francese Alcatel (la fusione con l’americana Lucent risale al 2006) dava lavoro a poco meno di 900 persone. Ad oggi si conta uno sparuto gruppo di 116 addetti, di cui 16 attualmente in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria – questi ultimi già dichiarati a più riprese dall’azienda "esuberi strutturali", non reintegrabili alla chiusura del ciclo di CIGS. Tutti i dipendenti sono tecnici laureati in discipline scientifiche, nella maggior parte dei casi formatisi nelle vicine Università di Napoli e Salerno. Gli ultimi testimoni di una storia di flagellazione: tra i fatti più recenti si annovera la vendita del plant e dello stabilimento produttivo al gruppo Vivado nel 2010 a seguito di una trattativa-scontro protrattasi per quasi un anno. Nel 2012, un accordo sindacale firmato in sede ministeriale stabiliva il ricorso alla Cassa Integrazione Straordinaria (con reintegro dei lavoratori) per gli addetti del gruppo Optics (nato nel 2001 grazie a finanziamenti statali per 30 milioni di euro). L’accordo, che prevedeva l’arrivo di nuove attività di core business sul sito in sostituzione di quelle trasferite alla sede Vimercate, con mantenimento dei livelli occupazionali, è stato completamente disatteso dall’azienda. La multinazionale infatti ha dichiarato a più riprese di non voler reintegrare quegli stessi lavoratori, prospettandone il loro licenziamento. Venerdì 19 aprile il colpo di grazia. Presso il Ministero dello Sviluppo Economico in Roma, alla presenza delle R.S.U. e delle OO.SS., Alcatel-Lucent ha espresso la richiesta di allargare il perimetro dell’accordo del 2012 allo scopo di includere altri 29 lavoratori, che costituiscono l’intero gruppo Digital Media & Advertising, da "trattare" ancora una volta mediante gli strumenti di CIGS ed incentivazione al licenziamento volontario. Nello stesso contesto l’azienda ha dichiarato troppo ingenti le spese relative al mantenimento del sito, manifestando la volontà di operare una generica "riduzione degli spazi". A conti fatti, tutto questo non vuol dire altro che la CHIUSURA del sito Alcatel-Lucent a Battipaglia. L’ennesimo tentativo di depredare un territorio già martoriato da una cronica assenza di sbocchi occupazionali, fustigato dalla crisi e da anni di perfide politiche aziendali volte alla delocalizzazione delle produzioni verso paesi a basso costo del lavoro, avallate peraltro dalla storica cecità e dal proverbiale assenteismo delle nostre istituzioni. Le R.S.U. e i lavoratori tutti hanno proclamato un immediato e permanente stato di agitazione, vagliando tutte le iniziative possibili per far recedere Alcatel-Lucent dai suoi propositi di chiusura, per coinvolgere nella trattativa le istituzioni locali (Comune, Provincia e Regione) e per richiamare la massima attenzione dei media e dell’opinione pubblica. Al prossimo incontro con l’azienda – ancora al MISE, il 17 maggio p.v. – i lavoratori intendono presentarsi con tutto il peso e la determinazione necessari a far valere le capacità organizzative e le competenze professionali contro il cinismo astratto e arrogante della multinazionale.

 

 

 

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