Sono parole durissime, quelle con le quali il gip di Nocera Inferiore, Alfonso Scermino, motiva la sua decisione di spedire ai domiciliari i nuovi protagonisti dell’indagine denominata "mastro lindo". Parole che richiamano ad un allarme sociale da non sottovalutare. Per il giudice , alcuni degli indagati devono stare ai domiciliari perché è altamente probabile la reiterazione del reato, essendosi creato attorno al gruppo una sorta di favore della collettività, che ha fatto del sistema truffaldino un distorto strumento di ammortizzatore sociale. In pratica: finte assunzioni ( in ditte di pulizie , facchinaggio o manovalanza in fabbrica) garantite per il tempo necessario di vedersi riconosciute indennità di disoccupazione , malattia, maternità. Soldi che ,in molti casi, non finivano neppure nelle tasche dei falsi lavoratori, ma direttamente in quelle dei consulenti del lavoro che ne avevano curato le pratiche, visto che gli assegni venivano spediti presso gli studi professionali. E’ per questo che lo stesso giudice Scermino distingue, nella massa delle migliaia di persone controllate dai Carabinieri, tra "strumentalizzati" e "collusi", riconoscendo che, i questa brutta storia non ci sono benefattori, ma solo furbacchioni che , lucrando sulla fame di lavoro di povera gente, ha guadagnato molto più di quanto non abbi fatto guadagnare. Le indagini proseguono. Elementi nuovi sono attesi sia dall’esame della voluminosa documentazione sequestrata, sia dalle dichiarazioni rese agli investigatori da alcuni dei soggetti sentiti nel corso degli accertamenti. E ulteriori novità sono previste. E ieri sera si è presentato ai Carabinieri della tenenza di Pagani, Gaetano Visconte, uno dei destinatari della misura dei domiciliari, che, inizialmente, si era volontariamente sottratto alla notifica dell’ordinanza del Gip.

Michela Giordano

 

 

 

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