Decine di kit per malati ricoverati in rianimazione ordinati e mai utilizzati. Terremoto all’ospedale "Umberto I". Sotto osservazione alcune tipologie di presidi sanitari stoccati nella farmacia ospedaliera. È parso strano ai dirigenti medici che il reparto di rianimazione continuasse a richiedere medicamenti, quando poi in deposito ne risultavano già notevoli quantità. Si è così voluto vedere chiaro. Ne è scaturita un’indagine interna. Non di poco conto gli interessi economici in ballo. Diversi i cartoni contenenti kit con maschera, cannule ed altri ausili medici. Ogni pacco costerebbe 2 mila euro e conterrebbe quattro buste del valore di 500 euro l’una. Facile quantificare un danno economico notevole per l’ospedale e l’Asl. Ovviamente si ragiona nel campo delle ipotesi, non essendo state ancora consegnate le relazioni delle farmaciste ospedaliere. Dati che entro il fine settimana dovrebbero essere presentati al direttore sanitario Maurizio D’Ambrosio. La vicenda è seguita passo passo dai vertici ospedalieri e da quelli aziendali, anche il manager Antonio Squillante sarebbe stato informato della cosa. Parallelamente si starebbero cercando le tracce dell’utilizzo di questi presidi sui registri di scarico dei pazienti, anche se pare non fossero stati utilizzati con puntualità. Uno spreco di risorse e materiali inconcepibile. Un caso molto delicato e che potrebbe anche far presagire responsabilità personali. I primi sospetti sarebbero nati all’indomani del furto di farmaci oculistici dal dispensario ospedaliero. I due episodi non sono accomunati, ma in quel momento fu avviato un preciso inventario dei medicinali stoccati. Molto probabilmente è stato in quella circostanza che ci si è accorti della presenza degli ingenti quantitativi di medicamenti e dei nuovi ordini da parte del reparto finito poi sotto osservazione. Qualche altro, invece, riferisce che la scoperta sia avvenuta nel corso delle verifiche imposte a causa della razionalizzazione della spesa. Un effetto della spending rewiew, dunque. In viale San Francesco tutto tace. Probabilmente la cautela è proporzionata alla serietà della scoperta.
Certamente non è un periodo facile per la sanità salernitana. Solo qualche mese fa c’è stato lo scandalo dell’infezione dei Port per l’infusione dei farmaci antitumorali. Quarantacinque le persone che sono state contagiate, con un’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica nocerina. Anche in questo caso si partì con l’indagine interna e poi è intervenuta la magistratura. La scoperta di casi simili evidenzia, comunque, l’efficienza e la puntuale vigilanza della dirigenza ospedaliera che cerca di assicurare a tutti una corretta assistenza sanitaria. Anche evitando il dispendio di risorse, infatti, lo si fa.

 

Salvatore D’Angelo

 

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