Compartecipazione è un termine diventato prepotentemente protagonista da alcuni anni, da quando Stato e, quindi, Regione Campania, per fare cassa ed evitare il prosciugamento dei propri conti, hanno chiesto ai cittadini, che usufruiscono di servizi sanitari e sociali, di intervenire partecipando alle spese sostenute dalle amministrazioni pubbliche e locali. L’esempio più evidente è quello dei cosiddetti ticket: per acquistare un medicinale o sottoporsi ad una visita medica specialistica o ad un esame diagnostico, il cittadino, a seconda delle proprie possibilità economiche, paga una certa quota. Questo meccanismo è valido anche per coloro i quali chiedono prestazioni socio-sanitarie, in particolare invalidi civili che devono sottoporsi a cure riabilitative e di assistenza. La quota di compartecipazione è calcolata secondo l’Isee, l’indicatore della situazione economica dell’assistito. Qui, però, scatta una sorta di ingiustizia sociale e civile. Nonostante la Regione Campania abbia varato precisi provvedimenti e i Piani di zona per i servizi sociali li abbiano adottati, ci sono diversi Comuni che ancora non hanno provveduto ad adeguarsi. Per cui succede che invalidi civili che risiedono in città diverse e che hanno le stesse entrate, quasi sempre pensione di invalidità civile ed indennità di accompagnamento, compartecipano alla spesa in maniera differente creando, quindi, una disparità ed ineguaglianza sociale. Oltre ad un forte disagio per l’assistito/cittadino che è costretto a vivere in povertà se non supportato da una famiglia in grado di provvedere alla sua sussistenza. Tra i comuni in ritardo c’è anche quello di Nocera Inferiore. Nonostante il Piano di Zona abbia adottato il regolamento regionale, l’amministrazione guidata dal sindaco Manlio Torquato, calcola in maniera diversa la compartecipazione dei cittadini ai servizi socio-sanitari. Sino ad oggi l’amministrazione comunale e l’assessorato alle Politiche sociali non hanno dato risposte ai tanti solleciti presentati dalle associazioni di categoria come quelle presentate dall’avvocato Antonio Memoli dell’Aspat Campania. Ma anche di diversi cittadini che, nonostante gli elevati costi, sono stati costretti a rivolgersi ad avvocati per istanze al Tribunale amministrativo. Nel cassetto anche diverse interrogazioni consiliari come quelle del consigliere comunale Antonio Franza che aveva anche presentato una proposta di adeguamento.

Nello Ferrigno

 

 

 

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