Mentre i tumori in provincia di Salerno, ed in particolare nell’Agro nocerino sarnese, sono in aumento, l’Asl decide di diminuire le prestazioni sanitarie rivolte ai malati oncologici. Il direttore generale dell’Asl Salerno, Antonio Squillante, ha bloccato l’accesso degli ammalati ai cicli di radioterapia oncologica, metodica utilizzata insieme o, in alcuni casi, in sostituzione della chemioterapia o dopo un intervento chirurgico. I pazienti, che potevano usufruire a Nocera Inferiore di una struttura autorizzata dall’Asl, vengono ora dirottati al centro di radioterapia dell’ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno o in un’altra struttura che si trova sempre nella città capoluogo. Questo in pratica determinerà un aumento delle liste di attesa oltre ai disagi di ammalati e familiari. La vicenda sta scatenando diverse reazioni. Il sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato, è intervenuto indirizzando ai vertici dell’ASL una lettera con la quale ha espresso le proprie preoccupazioni sulla vicenda. “Fino ad oggi – scrive il sindaco – i cittadini residenti nell’Agro evitavano trasferimenti per farsi curare in altre zone della provincia, della regione o addirittura lontano dalla Campania. L’obbiettivo da perseguire – prima di decidere in base ad altro tipo di valutazioni – dovrebbe essere quello di poter fornire ai pazienti oncologici residenti nel nostro territorio gli stessi diritti assistenziali assicurati ai cittadini residenti in altre parti d’Italia. Solo riducendo migrazioni inutili e garantendo la qualità e l’accessibilità dell’assistenza medica specialistica, si tutelano tutte la possibilità di cura del malato oncologico dell’Agro. Ma se la logica sarebbe naturalmente quella di tutelare il diritto alla cura di tutti i cittadini, non si capisce perché si è deciso di interrompe un percorso che è da considerarsi oltre che virtuoso, anche altamente professionale e rispondente ai bisogni di tutela e garanzia degli ammalati di cancro”. La struttura nocerina è dotata, infatti, di un acceleratore lineare che consente l’esecuzione di “terapie speciali complesse” come la radioterapia ad intensità modulata. Trattamenti, questi, praticati nei centri oncologici d’avanguardia e che si trovano quasi tutti al Nord.  Ma anche i numeri mettono in discussione una decisione che sembra andare contro le raccomandazioni del Piano oncologico nazionale. Ogni anno a Nocera vengono eseguiti, con un solo acceleratore lineare, 480 trattamenti; l’ospedale di San Leonardo, con due acceleratori, ne conta 560. E’, dunque, facile immaginare che le liste di attesa per gli ammalati si allungheranno a dismisura. E forse qualcuno dimentica che il tempo, per chi è affetto da tumore, è fondamentale. Anche gli ammalati e le loro famiglie sono preoccupati ed angosciati. Si stanno mobilitando e non escludono marce silenziose per denunciare quanto si sta perpetrando sulla loro pelle. Inoltre, la mancanza di un centro radioterapico negli ospedali dell’Agro, ed in particolare in quello di Nocera e Pagani, dove si sta realizzando il polo oncologico, rappresenta un notevole handicap in quanto i pazienti non possono essere inseriti in percorsi diagnostico-terapeutici completi, servizio, questo, assolutamente indispensabile per poter completare i trattamenti oncologici, essendo oggi la radioterapia un pilastro delle cure oncologiche insieme alla chirurgia  ed all’oncologia clinica.

Nello Ferrigno

 

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