Per la realizzazione della vasca di laminazione di Casarzano saranno espropriati 15 ettari di terreno. Uno schiaffo all’agricoltura, ma anche alla salute dei nocerini. L’opera sarà ad assorbimento, si rischiano infiltrazioni di cromo nelle falde acquifere. Con l’avvio del Progetto Grande Sarno diminuiranno gli straripamenti, ma non si potrà dire che ci si libererà delle complicanze legate al fiume più inquinato d’Europa e ai suoi affluenti. La riflessione è di Emiddio Ventre, esperto ambientale e consulente di un’importante società norvegese. La realizzazione di vasche di assorbimento potrebbe comportare l’infiltrazione di metalli pesanti nella falda acquifera. Nel caso specifico si parla della grande vasca di casarzano. Quindici ettari di terreni per un’opera la cui superficie si estenderà dalla chiesa di san pasquale a codola fino alla caserma libroia di nocera inferiore. L’intervento –da realizzarsi principalmente con movimentazione di terra – consentirà l’invaso di circa 650.000 mila metri cubi ed il contenimento delle piene entro la portata massima in entrata di 80 metri cubi al secondo e 50 metri cubi in uscita. Nello sviluppo del progetto definitivo è stata effettuata una sensibile rimodulazione dell’area con particolare riferimento ai volumi idrologici necessari alla laminazione ed alla possibilità di evitare l’interessamento delle aree in prossimità del torrente Corvi caratterizzate dalla presenza di nuclei abitativi che sono stati quasi integralmente salvaguardati. L’area sarà ripartita in tre invasi di diversa capienza rispettivamente a quota 51 metri, 50 metri e 255 metri con altezza massima invasabile pari a 6 metri. Il meccanismo di funzionamento prevede l’eliminazione del torrente Corvi e lo sfruttamento del solo torrente Casarzano per il transito delle portate ordinarie, soltanto nel tratto terminale il torrente Corvi verrà ripreso nel suo attuale tracciato per garantire lo sversamento di portate provenienti dal Comune di Nocera Superiore. In questo tratto si prevede il collegamento con la vasca. Tutto sommato una buona idea se non fosse per l’alta possibilità di infiltrazioni di metalli pesanti nelle falde acquifere, in quanto il sistema di vasche non è impermeabilizzato. Non si rischierà, dunque, di morire per gli straripamenti, ma per avvelenamento della conduttura idrica. 

Salvatore D’Angelo

 

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