Somiglia sempre più ad una farsa, la battaglia tra Associazione Italiana Calciatori e Lega Pro. I nuovi regolamenti, quelli che permettono alle società di percepire determinati contributi federali solo in caso di impiego di un numero cospicuo di calciatori sotto i 25 anni, non vanno giù all’Aic che però, sinceramente, era a conoscenza da tempo di questa regola ed ha tardivamente preso una posizione chiara arrivando ad una settimana dall’inizio dei tornei per dire no all’avvio della stagione regolare. Il classico papocchio all’italiana, così come lo avevamo chiamato qualche giorno fa. E adesso il testa a testa prosegue. Macalli e Ghirelli vanno avanti per la loro strada, del resto non sta scritto da nessuna parte che le società debbano prendere per forza i contributi, è una loro libera scelta quella di affidarsi quest’anno ai giovani, in virtù anche della tranquillità, almeno in Prima Divisione, di non rischiare retrocessioni che non ci sono. A quanto pare però le società sono tutte intenzionate a scendere in campo. Intanto, le squadre continuano ad allenarsi regolarmente come se niente fosse, la Nocerina per esempio lo farà a porte chiuse per trovare la giusta serenità in vista del primo impegno ufficiale. Per il mercato invece siamo alla stretta finale: De Franco out, la soluzione alternativa potrebbe essere già in casa, con lo scuola Milan Hottor, già provato qualche volta in difesa, che potrebbe giocare da centrale. In avanti ancora nessuna novità. Il centravanti serve, altrimenti si punterà sul ragazzino Tozzi. La Paganese invece pensa sempre a Novothny, ma il bomber della Primavera del Napoli vuole un posto in Serie B oppure preferirebbe un’esperienza all’estero, continua a rifiutare la Prima Divisione, quindi l’affare è praticamente impossibile. Il direttore generale D’Eboli si sta buttando quindi su altri nomi. Vedremo. Ma la priorità della società è quella di mettere fuori alcuni giocatori in esubero. Agresta è vicino all’Aprilia, Fabio Orlando al Taranto, mentre Pergamena e Giglio potrebbero rescindere. 

Giuseppe Della Morte

 

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