Con i numeri non si sbaglia mai. I numeri sono quelli che contano, quelli che dicono la verità, anche se nel calcio vengono spesso ammorbiditi da attenuanti che reggono fino a un certo punto.

Salernitana, Paganese e Nocerina, in rigoroso ordine di classifica attuale, stanno arrancando, ottenendo meno di quanto i tifosi si aspettavano ad inizio stagione e deludendo anche i dirigenti dei club che speravano, evidentemente, in qualcosa in più della situazione odierna.

La salernitana è già a nove punti dalla vetta occupata dal Pontedera, questa sì società che ha saputo vederci bene confermando in blocco o quasi la formazione vincente dell’anno scorso e inserendo giusto qualche pedina in ogni reparto, ed ha perso anche lo scontro diretto all’Arechi il team di Stefano Sanderra. Il neo allenatore dei granata non ha saputo dare un gioco ben definito ai suoi, si aggrappa sempre alle qualità dei singoli, ma quando Foggia è fuori per infortunio, oppure Guazzo e Ginestra si bloccano, allora diventano dolori per Iannarilli e soci. Sì, perché la Salernitana è anche una delle squadre più vecchie dell’intera Prima Divisione, soprattutto in difesa, dove la differenza sta nel passo che i calciatori riescono a mettere in campo. Difesa presa spesso in velocità dagli avversari. Sanderra dovrà lavorare sodo e la trasferta di domenica ad Ascoli diventa un bell’esame di maturità.

Più giù la Paganese. Il presidente Trapani ha parlato apertamente di ambire ad un posto nei play-off. Sarà più facile quest’anno, con otto posti disponibili, avrà pensato il patron degli azzurrostellati, ma non aveva fatto i conti con la costruzione di un gruppo giovanissimo, che si impaurisce non appena subisce una rete e non sembra avere in squadra il giocatore che può risolverti la situazione negativa da un momento all’altro. Un undici monocorde quello della Paganese, con tanto impegno, quello certo non manca, un gioco lineare, ma niente di più. Urge inversione di tendenza, serve essere più sbarazzini, altrimenti i risultati non arriveranno.

La Nocerina ha invece dalla sua un tecnico giovane ma che il calciatore lo ha fatto a grandi livelli. Fontana ha qualche elemento esperto in ogni reparto, e con quelli dovrà cercare di infondere fiducia nei più giovani, molti dei quali arrivano da Primavere di Serie A e quindi si tratta di prospetti da seguire con interesse. Ma i tifosi cominciano a chiedersi: visto l’ultimo posto in classifica, visto il campionato senza retrocessione, tanto valeva far maturare i ragazzi del proprio settore giovanile invece di darli in prestito in Seconda divisione o Serie D. una domanda alla quale dovranno dare risposte il direttore generale Pavarese e l’uomo ombra, quel Mariano Grimaldi, consulente che ha pescato tra i suoi assistiti per rimpinguare la rosa a disposizione di Fontana. Questione porte chiuse: la società spera in una vittoria per il ricorso presentato sulla squalifica del San Francesco. Contro il catanzaro la dirigenza si augura di giocare con i tifosi sugli spalti e che lo stop di un turno, a seguito degli episodi avvenuti al termine del match contro il Frosinone, si trasformi in una ammenda. 

Giuseppe Della Morte

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