Nocerina, dichiarazioni di Luigi Pavarese in un’ intervista di Fabrizio Failla a Rai Sport:

Cosa è successo il 10 novembre?

“Gruppo di facinorosi, con minacce ed atteggiamenti intimidatori, ha gettato fango e discredito sull’intera tifoseria rossonera e su tutta la comunità nocerina, alimentando pressioni sulla squadra che poi si sono tradotte nello spettacolo al quale tutto il mondo ha assistito”.

Ci sono gli estremi per l’illecito sportivo?

“Assolutamente no. Le vittime di tutta questa vicenda siamo noi. Noi della Asg Nocerina, penalizzati fortemente da quanto accaduto. Questa società è costituita da persone serie ed oneste, che hanno fatto sforzi enormi per garantire continuità professionistica al calcio nocerino”.

Di chi sono le colpe?

"Le responsabilità vanno ricercate e poi perseguite. Mi pongo e giro a tutti quanti voi una domanda che dal 10 novembre mi sta togliendo il sonno. Come è possibile che questi facinorosi siano arrivati a contatto stretto con la squadra, in presenza di forza pubblica, a meno di due ore dalla partita di Salerno?”.

Il divieto dell’Arechi è una sconfitta per la tessera del tifoso. D’accordo?

“Assolutamente si. La tdt è stata solo un deterrente pensato in un periodo assai difficile per il calcio italiano. Ma non basta. Soprattutto se poi non trova applicazione concreta”.

In settimana 15 arresti per i fatti di Nocerina-Perugia del 30 agosto. Pensa ci sia relazione col rinvio della partita col Lecce?

“Non sono tipo che insinua sospetti. Dico solo che è davvero strano che non si riesca a garantire l’ordine pubblico per una partita che non avrebbe creato chissà quali apprensioni, essendo impedita alla stragrande maggioranza di tifosi del Lecce, sprovvisti di tessera”.

Tutto il mondo ha parlato  e parla ancora di Salernitana-Nocerina..

“In tanti hanno giudicato, ma quasi tutti non si sono chiesti il perché di quanto accaduto. La nostra squadra è per ¾ composta da calciatori tra i diciotto ed i ventuno anni, terrorizzati purtroppo da quanto accaduto. Le autorità competenti erano al corrente delle minacce subite. Quando il questore, il dottor De Iesu, incontrò i ragazzi percepì il terrore dai loro occhi e dalle loro parole. Ma la sua preoccupazione era legata ad altro. Temeva per l’ordine pubblico con 11mila persone presenti sugli spalti dell’Arechi. Ed in un certo senso obbligò i calciatori a scendere in campo. Noi della società li avevamo sollecitati a più riprese. Quando poi intervenne il questore i ragazzi si sentirono in mezzo a due fuochi. Da una parte le minacce subite prima della partenza, dall’altra le direttive del Questore. Ma avevano una paura incredibile. C’era chi piangevaq, chi vomitava. Di qui i tre cambi immediati. Avessero potuto, avrebbero chiesto tutti la sostituzione. Gli infortuni son stati psicologici. Ai ragazzi tremavano le gambe. Non era di certo nostra intenzione inscenare una farsa. Sono un uomo di calcio da 30 anni e se ci fosse stato qualcosa di premeditato allora, se permettete, avrei architettato qualcosa di più credibile”.

E quella maglietta “Rispetto per Nocera”?

“È stata una mia iniziativa. A mio avviso era il modo più giusto per stare vicino alla gente di Nocera penalizzata da un divieto che non aveva ragion d’essere causa tessera del tifoso”.

In tanti parlano di radiazione. Cosa s’aspetta? 

“Tutti fanno la corsa alle aggravanti. Ma se si va al cuore della questione, allora si capisce che la Nocerina è la vittima più martoriata di tutta questa vicenda”.

 

Share.

Circa l'autore

Leave A Reply